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I toni accomodanti della FED supportano le divise emergenti, mentre la sterlina crolla sui timori di una hard Brexit

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4 February 2019

scritto da
Enrique Díaz-Álvarez

Chief Risk Officer at Ebury. Committed to mitigating FX risk through tailored strategies, detailed market insight, and FXFC forecasting for Bloomberg.

Nel meeting di gennaio la Federal Reserve ha sorpreso i mercati con una dichiarazione dai toni più accomodanti del previsto che sembra aver messo un grosso ostacolo a ulteriori rialzi dei tassi nel 2019.

Gli asset più rischiosi, come previsto, hanno sovraperformato, mentre il dollaro ha subito forti vendite. A beneficiarne sono state le divise dei paesi esportatori di materie prime, come il dollaro australiano, neozelandese e canadese, la corona norvegese e quelle dei principali mercati emergenti ad esclusione del peso messicano. La sterlina è stata la peggiore della settimana, perdendo i guadagni delle ultime settimane contro tutte le principali divise per i timori di una hard Brexit.

Questa settimana usciranno pochi dati macroeconomici. I mercati prenderanno quindi spunto principalmente da notizie a livello politico, in particolare dai negoziati sulla Brexit e dai progressi nei colloqui commerciali tra Stati Uniti e Cina.

EUR

È stata una settimana di dati contrastanti per l’Eurozona. Le notizie negative sul PIL italiano sono state in qualche modo bilanciate da un risultato più forte del previsto dell’inflazione core europea di gennaio. Quest’ultima notizia ha supportato l’euro, che già aveva guadagnato terreno in precedenza grazie ai toni dovish della Fed.

L’impressione è che se i dati economici non peggiorassero ulteriormente, l’euro potrebbe apprezzarsi nel breve termine anche perché i mercati dovranno digerire la svolta accomodante della Fed.

USD

La Federal Reserve ha sorpreso i mercati la scorsa settimana con una dichiarazione dai toni molto accomodanti, confermati dal presidente Powell nella conferenza stampa successiva al meeting. La Fed ha affermato che in assenza di sorprese dal punto di vista macroeconomico per ora il ciclo di rialzo dei tassi è completo e che eventuali interventi futuri dipenderanno unicamente dai dati.

Dopo il meeting, il dollaro è sceso contro tutte le principali divise, e i mercati finanziari globali ne hanno beneficiato. I Non Farm Payrolls di venerdì, più che positivi, non dovrebbero aver cambiato in modo significativo la visione della Fed. La forte creazione di posti di lavoro continua ad essere accompagnata da moderati aumenti salariali pari a circa l’1% in termini reali. Pensiamo che il cambio di tono della Fed confermi ulteriormente la nostra visione rialzista sulle divise dei mercati emergenti.

GBP

La scorsa settimana la sterlina ha subito forti perdite. Il Parlamento ha appoggiato un emendamento che impegna Theresa May a richiedere ulteriori concessioni all’Europa, ma i rappresentanti dell’UE sono chiusi a qualsiasi rinegoziazione. Di conseguenza, anche se, a nostro avviso, una posticipazione della Brexit è ancora il risultato più probabile, le possibilità di un’uscita senza accordo sono aumentate. I mercati lo hanno capito chiaramente la settimana scorsa, indebolendo la sterlina, in particolare contro l’euro. L’annuncio di Nissan durante il fine settimana, sulla cancellazione dei piani per la costruzione di SUV in Gran Bretagna, dovrebbe ulteriormente pesare nel breve termine sulla sterlina.

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