L’inarrestabile aumento dei rendimenti non riesce a rafforzare il dollaro
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La scorsa settimana il dollaro USA si è mosso in un range piuttosto ristretto rispetto a quasi tutte le sue controparti, terminando in leggero ribasso rispetto alla maggior parte delle valute europee, ad eccezione della sterlina britannica.
Questa settimana l’attenzione sarà rivolta alla riunione della BCE di giovedì. Non sono previsti cambiamenti in termini di politica monetaria, quindi l’attenzione si concentrerà sulle dichiarazioni dei funzionari. Sul fronte macroeconomico, l’attenzione sarà rivolta agli importantissimi indici PMI sull’attività delle imprese. I dati per gli Stati Uniti, l’Eurozona e il Regno Unito saranno pubblicati martedì. Si prevedono letture poco incoraggianti in Europa, in contrasto con un tono più solido negli Stati Uniti. Nel corso della settimana verrà pubblicato il report sull’inflazione PCE negli Stati Uniti, il parametro preferito dalla Federal Reserve. I trader seguiranno con attenzione anche gli sviluppi in Israele, sebbene l’impatto della crisi sui mercati in generale e sulle valute in particolare sia stato finora molto limitato.
EUR
La stabilizzazione dei dati macroeconomici cinesi avrebbe dovuto fornire un contesto positivo per la moneta comune. Tuttavia, la crisi del Medio Oriente potrebbe rappresentare un ulteriore vento contrario alla crescita, soprattutto attraverso l’aumento dei prezzi dell’energia.
La BCE è chiamata a gestire questi rischi di stagflazione. Pertanto, giovedì ci aspettiamo che la banca centrale lasci la politica invariata. Il Presidente Lagarde dovrà camminare su un filo sottile, poiché i rischi per la crescita sono materialmente aumentati, anche se l’inflazione di base rimane ostinatamente alta e la sua tendenza al ribasso rimane ancora molto precaria.
USD
L’economia statunitense continua a scrollarsi di dosso l’effetto dell’inarrestabile aumento dei tassi d’interesse. Nonostante i Treasury sopra il 5% e i tassi ipotecari sopra l’8%, le notizie economiche continuano a sorprendere al rialzo il più delle volte. La crescita trimestrale del PIL di questa settimana dovrebbe essere superiore al 4% in termini annualizzati, il che è coerente con una crescita nominale del PIL di circa l’8%.
Il divario con le economie d’oltreoceano non potrebbe essere più marcato e ci si chiede in che misura questo divario si rifletta già nei livelli elevati del dollaro e nel consenso del mercato su un suo ulteriore apprezzamento.
GBP
Il dato dell’inflazione più alto del previsto e la debolezza delle vendite al dettaglio di settembre hanno rappresentato una notizia sgradita per la Banca d’Inghilterra la scorsa settimana. L’inflazione core ostinatamente elevata e una certa perdita di slancio economico sono coerenti con la stagflazione.
Gli aumenti salariali molto elevati aumentano il rischio di un secondo impatto e di una solidificazione delle aspettative sull’inflazione agli attuali livelli già elevati. Sebbene la sterlina sia scambiata a livelli di valutazione innegabilmente interessanti, il messaggio dovish della Banca d’Inghilterra e la sua riluttanza a procedere a rialzi potrebbero ritardare qualsiasi rialzo a breve termine.
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