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Le vendite sui bond indeboliscono il dollaro

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17 September 2019

scritto da
Enrique Díaz-Álvarez

Chief Risk Officer at Ebury. Committed to mitigating FX risk through tailored strategies, detailed market insight, and FXFC forecasting for Bloomberg.

Il tema principale sui mercati finanziari rimane la grande correzione in corso sul mercato dei titoli di stato.

I
l treasury americano rende ora lo 0.50% in più rispetto al valore di inizio mese, quando, una corsa agli acquisti in prospettiva di una banca centrale accomodante, aveva portato il rendimento sotto l’1.5%. La consapevolezza della lontananza di una crisi globale ha trasformato quella che prima era una corsa all’acquisto di titoli di stato, in una vendita altrettanto affrettata. Come al solito l’aumento dei rendimenti ha portato ad un indebolimento dello yen. Da notare che il dollaro non ha beneficiato significativamente nè dell’aumento del differenziale tra i rendimenti europei e quelli americani nè dalle forti misure di stimolo annunciate dalla BCE. Infine, anche le valute dei mercati emergenti hanno avuto una buona performance la settimana scorsa.

Questa settimana il mercato FX si focalizzerà sulle banche centrali. Oltre a quella giapponese, mercoledì si riunirà la Federal Reserve, con il mercato che si aspetta un taglio di 25 punti base. Giovedì vi sarà il meeting della Banca d’Inghilterra, dal quale non ci aspettiamo novità che possano muovere il mercato. Infine i dati sull’inflazione nel Regno Unito e Giappone chiuderanno la settimana.

EUR

Il meeting della BCE ha portato a risultati contrastanti. Il taglio dei tassi e l’acquisto mensile di bond sono risultati minori del previsto, ma dall’altro lato il QE non avrà scadenza e durerà fino a quando l’inflazione non sarà tornata al livello stabilito.

Ci sono state comunque delle forti resistenze da parte dei membri più hawkish del consiglio, fatto sul quale i mercati si sono concentrati maggiormente facendo apprezzare l’euro dopo il meeting. Lo spazio per ulteriori politiche accomodanti adesso si è ridotto sensibilmente. Questo è probabilmente positivo per l’euro, specialmente se le voci di misure fiscali espansive nell’Europa centrale portassero a degli stimoli significativi.

USD

L’incessante aumento dei rendimenti dei treasuries americani, che ha rapidamente superato quelli dei titoli degli altri paesi G10, non ha sostenuto il dollaro. La riunione della Fed di mercoledì sarà particolarmente importante dal momento che il rapporto sull’inflazione della scorsa settimana mostra un dato in netto rialzo. L’inflazione core che esclude le componenti volatili, alimenti ed energia, resta al di sopra dell’obiettivo della Fed da 18 mesi ed è ora ai massimi livelli dalla grande crisi finanziaria del 2008-2009. Mentre un taglio dei tassi di 0,25 punti base sembra essere una certezza, il tema chiave sarà capire quanto la tendenza al rialzo dell’inflazione possa dare sostegno ai membri più hawkish della FED.

GBP

Le sempre minori possibilità di un No-Deal giovano alla sterlina che continua ad apprezzarsi.

Il Parlamento è riuscito ad approvare una legge che costringe il governo a cercare un’estensione dei termini della Brexit piuttosto che affrontare un No-Deal. I mercati ora scontano la probabilità di un tale evento intorno al 20%, valore quasi dimezzato rispetto a qualche settimana fa. La nostra previsione è che l’unica soluzione possibile alla questione Brexit siano le elezioni generali. I dati sull’economia inglese sembrano comunque non risentire di un possibile crollo della fiducia per via della Brexit. Con la possibilità di un No-Deal sempre più bassa, riteniamo molto probabile che il rally della sterlina continui nelle prossime settimane. Prevediamo che giovedì la Banca d’Inghilterra continuerà a fornire poche novità riguardo la politica monetaria, in attesa del risultato dei negoziati sulla Brexit.

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