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Le valute oscillano in range ristretti durante una settimana con pochi dati

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22 April 2024

scritto da
Enrique Díaz-Álvarez

Chief Financial Risk Officer di Ebury

La scorsa settimana è stata molto tranquilla per i mercati valutari, a causa dell’assenza di notizie macroeconomiche di rilievo.

I
pochi dati pubblicati hanno per lo più confermato la visione di un’economia statunitense forte, con una domanda in crescita e un lento miglioramento della crescita in Europa, mentre le pressioni inflazionistiche nel Regno Unito rimangono relativamente elevate. In definitiva, tutte le valute del G10 hanno chiuso la settimana entro l’1% dal punto di partenza. I movimenti dei mercati emergenti sono stati più ampi, ma anche in questo caso è difficile individuare un tema comune.

Questa settimana l’attenzione sarà rivolta agli indici PMI dell’attività delle imprese, l’indicatore più preciso riguardo alla crescita economica nella maggior parte delle grandi aree economiche. I dati dell’Eurozona, del Regno Unito e degli Stati Uniti saranno pubblicati martedì. Anche il dato sull’inflazione PCE negli Stati Uniti, venerdì, è fondamentale, in quanto è la misura dell’inflazione tradizionalmente preferita dalla Federal Reserve, ed è stato un po’ meno sensibile rispetto al dato sull’indice dei prezzi al consumo. Anche gli interventi dei membri della BCE nel corso della settimana saranno al centro dell’attenzione.

EUR

Le dichiarazioni della BCE sulle future manovre di politica monetaria hanno per lo più stabilito che il primo taglio avverrà a giugno, ma le manovre future sono ancora aleatorie e dipenderanno dai dati in uscita. Il miglioramento dell’economia rilevato nei dati, il divario rimanente tra l’inflazione core e la svolta restrittiva nelle comunicazioni della Federal Reserve sono tutti fattori che militano contro un ciclo di tagli aggressivo.

Le attuali previsioni del mercato di tre tagli entro la fine dell’anno sono molto più prudenti rispetto a quelle di poche settimane fa, ma restano comunque subordinate a una continua tendenza al ribasso dell’inflazione, a differenza di quanto si osserva negli Stati Uniti.

USD

I solidi dati economici (la sorpresa positiva di questa settimana è stato un ottimo report sulle vendite al dettaglio) e l’ostinata pressione inflazionistica hanno fatto riprezzare drasticamente le aspettative del mercato sui tagli della Federal Reserve per quest’anno, così come le comunicazioni dei funzionari della Fed sono state improntate a un atteggiamento aggressivo e in gran parte coerente con tale riprezzamento.

Le possibilità che venga effettuato un taglio a giugno sono scarse, tanto che si prevede a malapena un taglio integrale prima della fine dell’anno. Il dollaro ha registrato un’impennata, ma a nostro avviso i livelli attuali riflettono una significativa sopravvalutazione e un ulteriore rafforzamento richiederebbe dati sull’inflazione molto più elevati di quelli che abbiamo visto finora.

GBP

I dati sui salari di febbraio e l’inflazione di marzo hanno entrambi sorpreso al rialzo nel Regno Unito la scorsa settimana, segno che per la Banca d’Inghilterra sarà più difficile giustificare tagli dei tassi rispetto alla BCE. Riteniamo che un contesto caratterizzato da tassi elevati, continue pressioni inflazionistiche e una crescita economica solida, delinei un contesto favorevole per la sterlina nel 2024.

I dati PMI del Regno Unito di questa settimana dovrebbero rimanere costruttivi e coerenti con la sana espansione registrata negli ultimi due mesi di PIL.

 

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