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Le valute dipendenti dal petrolio duramente colpite dal crollo del greggio

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27 April 2020

scritto da
Enrique Díaz-Álvarez

Chief Risk Officer at Ebury. Committed to mitigating FX risk through tailored strategies, detailed market insight, and FXFC forecasting for Bloomberg.

La maggior parte delle principali valute ha avuto oscillazioni abbastanza contenute rispetto alle ultime settimane. L’unica eccezione ha riguardato le valute esposte al prezzo del petrolio, come la corona norvegese, il peso messicano e colombiano, che hanno perso bruscamente terreno a causa del crollo del greggio che ha toccato un minimo storico.

P
er il resto, una generale avversione al rischio ha favorito il dollaro statunitense, che è si è rafforzato nei confronti della maggior parte delle valute.

Questa settimana le banche centrali saranno al centro dell’attenzione. La Federal Reserve si riunisce mercoledì, mentre giovedì ci sarà la BCE. Non ci aspettiamo novità dalla Fed, dato che è stata già molto attiva e aggressiva nell’annunciare vari programmi di stimolo e supporto monetario.

Per quanto riguarda la BCE prevediamo un’espansione dei programmi esistenti, in particolare per il nuovo programma di acquisto titoli, il PEPP, annunciato proprio all’inizio della crisi, che potrebbe essere aumentato fino ad assorbire tutte le emissioni di titoli di stato dei paesi periferici previste per il 2020.

EUR

Sembra che i mercati siano stati in qualche modo delusi dal pacchetto di aiuti dell’UE ai paesi più colpiti dalla pandemia, ma la nostra lettura è più positiva. Tra i 540 miliardi di euro concordati la scorsa settimana e l’attuale arsenale di strumenti, in particolare il programma PEPP da 750 miliardi, vi è una potenza di fuoco sufficiente a gestire sia il deficit di cui gli stati membri hanno bisogno in risposta alla crisi che la successiva ripresa. Riteniamo probabile un aumento del PEPP nella riunione della BCE di giovedì, che dovrebbe convincere i mercati e favorire l’euro nelle prossime settimane.

USD

Il dollaro USA ha resistito bene alla costante uscita di dati economici disastrosi. La scorsa settimana il numero di richieste di sussidi di disoccupazione ha registrato la perdita di altri 4,4 milioni di posti di lavoro, a sostegno della nostra visione che i rapporti di lavoro occasionali negli Stati Uniti probabilmente amplificheranno i danni causati dallo shutdown. È probabile che il tasso di disoccupazione effettivo negli Stati Uniti sia ormai prossimo al 20%, un ritmo di distruzione di posti di lavoro più veloce di quello che abbiamo visto altrove. La Federal Reserve è stata adeguatamente aggressiva nello svolgere programmi di sostegno all’economia, quindi ci aspettiamo relativamente poche notizie dalla riunione di mercoledì del FOMC.

GBP

I dati provenienti dal Regno Unito sono stati negativi come previsto. L’eccezione è stata la richiesta dei sussidi di disoccupazione di marzo, ma questi sono stati completamente ignorati dal mercato in quanto non tengono conto dell’ondata di licenziamenti di fine marzo. Il riemergere della possibilità di un ‘’hard’’ Brexit ha sicuramente pesato sull’andamento della sterlina che ha registrato la seconda peggior performance tra le valute del G10. Questa settimana, i dati provenienti dal Regno Unito saranno scarsi e prevediamo che l’andamento del pound sarà influenzato da notizie provenienti da altrove.

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