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Le preoccupazioni per le banche fanno calare i rendimenti e il dollaro

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27 March 2023

scritto da
Enrique Díaz-Álvarez

Chief Financial Risk Officer di Ebury

La fusione forzata del Credit Suisse con UBS ha temporaneamente placato le preoccupazioni per il settore bancario europeo. Tuttavia, il “dovish hike” della Fed e i timori di una stretta creditizia negli Stati Uniti hanno portato ad un deciso calo dei rendimenti dei treasury.

G
li asset di rischio sono stati combattuti tra le preoccupazioni bancarie da un lato e l’impatto positivo della riduzione dei tassi d’interesse dall’altro e hanno chiuso la settimana quasi invariati, mentre le valute dei mercati emergenti sono per lo più salite. La corona norvegese è stata la protagonista della settimana, spinta al rialzo dall’approccio restrittivo della banca centrale. Ovunque la volatilità è in crescita, soprattutto nei mercati del reddito fisso.

Questa settimana sarà predominata dai rapporti sull’inflazione da un lato e (forse) dalle notizie sul comparto bancario dall’altro. Il rapporto flash sull’inflazione nell’Eurozona per il mese di marzo, in uscita venerdì, sarà il dato principale della settimana. I mercati si aspettano un altro record dell’inflazione core. Il rapporto sull’inflazione PCE degli Stati Uniti, in uscita lo stesso giorno, è relativo al mese di febbraio, quindi non dovrebbe avere lo stesso impatto. A parte questo, si tratterà perlopiù di dati di secondo livello provenienti dalle principali aree economiche.

EUR

Il contrasto tra la retorica hawkish della BCE e il rialzo dovish della Fed di questa settimana, insieme ai dati PMI di marzo, hanno sostenuto la valuta comune nella prima metà della settimana. Tuttavia venerdì, voci dubbie su Deutsche Bank e il nervosismo generale hanno portato la valuta a cedere i guadagni, a dimostrazione della volatilità e del nervosismo dei mercati.

Le voci sono state smentite dal premier tedesco Scholtz e questo è bastato all’euro per chiudere la settimana in modesto rialzo rispetto al dollaro. L’inflazione core, prevista per venerdì, dovrebbe salire a un altro massimo storico e le banche europee sembrano essere più in forma delle loro controparti statunitensi; ci aspettiamo quindi che la campagna di rialzi della BCE non venga interrotta, il che dovrebbe essere positivo per l’euro.

USD

Dopo le oscillazioni selvagge delle ultime due settimane, i mercati si sono assestati su un rialzo di 25 punti base alla riunione della Federal Reserve della scorsa settimana, ed è quello che Powell ha fatto. Tuttavia, la dichiarazione che accompagna la decisione e la conferenza stampa hanno chiarito che la Fed si aspetta un certo grado di restrizione finanziaria a seguito delle turbolenze bancarie.

Ciò significa che la banca centrale sarà prudente fino a quando non sarà chiara l’entità di tale stretta nei prossimi due mesi. Di conseguenza, il gap tra i tassi d’interesse statunitensi e quelli della maggior parte degli altri paesi del G10 si sta riducendo rapidamente, con conseguenze negative per il dollaro USA.

GBP

La Banca d’Inghilterra ha dato l’ennesimo colpo di scena la scorsa settimana. Una spiacevole sorpresa sull’inflazione all’inizio della settimana l’ha spinta ad un altro rialzo di 25 punti base. Anche la politica monetaria della Banca d’Inghilterra ha assunto un tono da falco, ponendo l’accento sulle recenti sorprese positive in termini di crescita.

Non poteva essere altrimenti: l’inflazione core ha subito un’impennata e si è attestata a un livello superiore al consenso dello 0,5%, al 6,2%, invertendo completamente i modesti progressi degli ultimi mesi. Mettendo insieme la nota generalmente positiva dei comunicati macroeconomici, l’impennata dell’inflazione e l’apparente svolta restrittiva della Banca d’Inghilterra, riteniamo che la sterlina abbia spazio per recuperare terreno.

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