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Le parole della BCE danno nuovo slancio all’Euro

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19 December 2022

scritto da
Enrique Díaz-Álvarez

Chief Financial Risk Officer di Ebury

Da tempo avevamo messo in guardia sul grande divario tra le aspettative del mercato sui futuri tassi della BCE e l’effettivo andamento dell’inflazione. Nel corso della riunione della scorsa settimana, la banca centrale ha confermato le nostre previsioni.

A
nche la Federal Reserve si è mostrata aggressiva, mentre la Banca d’Inghilterra ha di nuovo mandato un messaggio di scarsa chiarezza e confusione generale. L’euro ne ha beneficiato maggiormente, mentre la sterlina, le valute dei mercati emergenti e gli asset di rischio in generale hanno reagito male alla notizia che le due banche centrali più importanti continuano a concentrarsi esclusivamente sul contenimento dell’inflazione per riportarla al loro target.

La settimana che precede il Natale tende ad essere un po’ spenta per i mercati finanziari, in quanto i trader si accingono a chiudere molte posizioni prima della fine dell’anno. In effetti, questa settimana non usciranno molte notizie degne di nota, a parte il rapporto sull’inflazione PCE negli Stati Uniti di giovedì. Tuttavia, il mercato sta ancora metabolizzando la svolta restrittiva delle banche centrali della scorsa settimana, per cui ci aspettiamo una settimana interessante sul fronte dei mercati valutari.

EUR

La scorsa settimana la BCE ha inviato ai mercati un messaggio inequivocabilmente restrittivo, convalidando la nostra opinione secondo cui esiste un enorme divario tra le aspettative di mercato per futuri rialzi e la realtà inflazionistica dell’eurozona. Il Presidente Lagarde ha preannunciato rialzi di 50 punti base, l’avvio anticipato del quantitative tightening e un tasso terminale più elevato.

Un altro fattore positivo per l’euro sono stati gli indici PMI di dicembre sull’attività delle imprese, tutti in netto miglioramento rispetto al mese precedente. Gli scenari peggiori di una crisi energetica appaiono sempre più remoti e l’allontanamento della Cina dalle politiche di zero COVID non fa che aumentare la fiducia (in senso relativo) nell’economia dell’Eurozona. Tuttavia, la moneta comune ha già registrato un rally vertiginoso di oltre il 10% dai minimi di fine settembre e forse è lecito attendersi una pausa in vista delle festività natalizie.

USD

La scorsa settimana il dollaro è stato scosso da due fattori opposti. Da un lato, il rapporto sull’inflazione di novembre ha confermato che l’inflazione core sta ora rallentando leggermente e che potremmo aver visto il picco di medio termine. Dall’altro, la Federal Reserve ha chiarito che ciò non è sufficiente a giustificare una svolta dovish e che l’inflazione continua a essere il suo obiettivo principale.

Il famoso “dot plot” ha suggerito un tasso terminale del 5-5,25% e nessun taglio per il 2023. Alla fine, i mercati hanno ritenuto che la BCE fosse la più stringente tra due istituti e l’euro ne è uscito vincitore, anche se in termini di bilancia commerciale il dollaro ha chiuso la settimana sostanzialmente invariato. Ora presteremo molta attenzione al rapporto sull’inflazione PCE di giovedì, per vedere se confermerà la tendenza al ribasso delle componenti principali dell’inflazione negli Stati Uniti.

GBP

Mentre i tassi nel Regno Unito sono stati aumentati di 50 pb, come previsto dai mercati, i membri del Comitato di Politica Monetaria si sono divisi in tre, con un membro che ha votato per un aumento di 75 punti base e altri due che hanno votato per non modificare i tassi. Se da un lato si è trattato di una spaccatura dovish, dall’altro è sembrata esserci un’altra modifica nelle comunicazioni della Banca d’Inghilterra, questa volta verso un atteggiamento più hawkish, con la propensione ad accettare le più alte aspettative del mercato sui futuri rialzi.

Nel complesso è stato un messaggio confusionario che ha pesato sulla sterlina facendole chiudere la settimana in fondo alla classifica delle valute del G10. Questa settimana non verranno pubblicate notizie importanti, quindi ci si aspetta che la sterlina si muova in base a fattori esterni.

 

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