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L’avversione al rischio sostiene il dollaro

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29 October 2018

scritto da
Enrique Díaz-Álvarez

Chief Risk Officer at Ebury. Committed to mitigating FX risk through tailored strategies, detailed market insight, and FXFC forecasting for Bloomberg.

L’avversione al rischio è continuata la scorsa settimana: i mercati azionari sono scesi bruscamente e il calo significativo dei rendimenti dei Treasury dai massimi del mese scorso non sta aiutando.

Gli ultimi dati economici sono usciti al di sotto delle attese, in particolare gli indici PMI dell’eurozona sono diminuiti inaspettatamente, portando ulteriore instabilità nei mercati. Questa volta il dollaro, tra il nervosismo degli investitori, si è comportato come un bene rifugio ed è salito contro tutte le divise G10 ad eccezione dello yen.

Questa settimana, l’inflazione dell’eurozona di mercoledì e gli NFP statunitensi di ottobre saranno le principali notizie macroeconomiche per i mercati FX. Inoltre, gli investitori terranno d’occhio le evoluzioni sulle tensioni sul bilancio italiano e l’allargamento degli spread tra il debito italiano e quello del resto dell’eurozona.

EUR

I dati deludenti sui PMI si aggiungono alle preoccupazioni generate dai deludenti dati sull’inflazione dell’eurozona del mese scorso. Tuttavia, la BCE rimane finora poco preoccupata dai dati deboli. Il presidente Draghi, alla riunione della scorsa settimana, ha affermato che la debolezza è temporanea e non vede alcun motivo per modificare l’attuale politica monetaria. Indipendentemente da ciò, l’euro non è stato aiutato né dai dati né dall’atmosfera di avversione al rischio e ha rotto al ribasso il recente intervallo di oscillazione nei confronti del dollaro.

USD

Gli indicatori economici statunitensi sono stati contrastanti, anche se chiaramente migliori rispetto a quelli dell’eurozona. E’ uscito un buon dato sul PIL per il terzo trimestre, ma le più recenti attività del mercato immobiliare sembrano aver avuto una brusca frenata con l’aumento dei tassi dei mutui. Questa settimana gli NFP di venerdì dovrebbero dare un quadro più chiaro della situazione. Tuttavia, non vediamo alcun motivo per dubitare della forza dell’economia statunitense. Come sempre, il punto chiave sarà se il buon andamento del mercato del lavoro si tradurrà in una pressione al rialzo sui salari.

GBP

La sterlina ha particolarmente sofferto l’avversione al rischio della scorsa settimana. Il generale rally del dollaro e l’evidente stallo del Regno Unito in merito alle concessioni da fare all’UE per far ripartire i negoziati Brexit hanno intimorito gli investitori, con la sterlina che è stata la divisa G10 peggiore della scorsa settimana, ma che rimane a nostro avviso sempre sottovalutata. Al meeting della Bank of England di giovedì, anche un tono leggermente restrittivo nelle comunicazioni del comitato di politica monetaria potrebbe innescare un significativo rally, soprattutto se questa settimana i mercati si dovessero stabilizzare.

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