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La propensione al rischio fa perdere terreno al dollaro

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30 November 2020

scritto da
Enrique Díaz-Álvarez

Chief Financial Risk Officer di Ebury

Azioni, materie prime e mercati obbligazionari hanno chiuso il mese con ottime performance.

L
’ottimismo sui vaccini COVID, il via libera al passaggio di consegne al presidente eletto Biden e la fiducia che sia la politica monetaria che quella fiscale in tutto il mondo rimarranno estremamente accomodanti, portano gli investitori verso titoli più rischiosi. In mezzo a questa euforia, le valute rifugio come il dollaro e lo yen giapponese sono in calo, mentre la maggior parte delle valute dei mercati emergenti guadagna.

Dopo la pausa per il giorno del Ringraziamento negli Stati Uniti, l’attenzione torna sui dati macroeconomici. Due eventi saranno fondamentali questa settimana. Nell’Eurozona, il rapporto sull’inflazione flash di novembre sarà pubblicato martedì, mentre venerdì uscirà il rapporto economico mensile più importante al mondo, quello sui salari non agricoli USA (NFP) di novembre, che sarà particolarmente interessante per capire se la perdita di slancio del mercato del lavoro rilevata dagli ultimi due rapporti settimanali sulla disoccupazione sarà confermata.

EUR

Gli indici PMI dell’Eurozona, usciti la scorsa settimana e riferiti al mese di novembre, non hanno fornito un’interpretazione chiara. Il settore manifatturiero ha tenuto bene, continuando ad espandersi per tutto il mese. Al contrario il settore dei servizi è crollato, colpito fortemente dalle rinnovate restrizioni nel continente. Tuttavia, i mercati hanno scelto di guardare oltre e concentrarsi sulle prospettive positive riguardo la distribuzione del vaccino COVID all’inizio del 2021.

Martedì il mercato si concentrerà sul dato sull’inflazione di novembre. Qualsiasi rimbalzo dal minimo storico dello 0,2% dell’inflazione “core” (che esclude componenti volatili alimentari ed energetiche) sarà la chiave per fugare i timori deflazionistici e potrebbe supportare l’euro. Sebbene possa raggiungere livelli vicini a 1.20 contro dollaro, si potrebbe sostenere che, almeno per il breve termine, molte notizie positive sono già scontate nelle attuali quotazioni dell’euro.

USD

Gli indici PMI negli Stati Uniti hanno superato di molto le aspettative e hanno mostrato un netto divario con quelli europei, rimanendo in un territorio fortemente espansivo. Tuttavia, i mercati stanno guardando oltre gli indicatori dell’attività economica, concentrandosi sul rilascio dei vaccini COVID nel 2021. Il dollaro ha sofferto a causa della propensione al rischio.

Ora l’attenzione sarà volta al rapporto sui salari di novembre, che è l’ultimo dato chiave prima della riunione di dicembre della Federal Reserve. Fino ad allora presteremo molta attenzione per vedere se la correlazione negativa tra l’ottimismo del mercato e il dollaro statunitense, che si è verificata nelle ultime settimane, si invertirà.

GBP

I negoziati sulla Brexit continuano a fare progressi, nonostante la situazione di stallo sui diritti di pesca. Durante il fine settimana sembrava quasi che si fosse vicini ad una svolta nella conclusione di accordo commerciale UE-Regno Unito dopo la Brexit, che si riflette in gran parte negli attuali livelli di quotazione della sterlina.

I PMI non sono stati così negativi come si temeva, sebbene l’indice composito sia ancora sceso a 47.4, indicando quindi un’economia in contrazione nel mese di novembre. Questa settimana in assenza di dati macroeconomici di rilievo, le notizie sulla Brexit saranno i principali driver della sterlina. Ci aspettiamo ancora un modesto recupero della sterlina una volta annunciato l’accordo, principalmente contro l’euro.

 

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