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Il ritorno della propensione al rischio indebolisce il dollaro

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13 October 2020

scritto da
Enrique Díaz-Álvarez

Chief Financial Risk Officer di Ebury

Le rinnovate speranze per un significativo pacchetto di stimolo fiscale negli Stati Uniti hanno portato ad un recupero dei titoli azionari e obbligazionari in tutto il mondo, la maggior parte delle principali valute si è mossa all’unisono, guadagnando contro il biglietto verde.

L
e valute legate alle materie prime hanno avuto le migliori performance nella speranza di una più rapida ripresa economica, mentre lo yen e la sterlina hanno sofferto. Quest’ultima sta ancora lottando per trovare la propria posizione mentre i mercati nutrono timori sullo stato delle negoziazioni Brexit. Ovunque nel G10 i tassi a breve termine sono ai livelli più bassi, mentre sta crescendo la pressione sulla politica per un aumento degli stimoli fiscali, che si traduce in un’impennata generale delle curve dei tassi d’interesse, in quanto gli operatori di mercato stanno prezzando un aumento delle emissioni di titoli di stato.

Con i sondaggi nettamente a favore dei democratici e le minori possibilità di un esito elettorale contestato negli Stati Uniti, l’attenzione dovrebbe spostarsi sul vertice UE di questa settimana, che Boris Johnson ha rivendicato come una sorta di scadenza per il raggiungimento di un accordo sulla Brexit. I dati sull’inflazione provenienti dagli Stati Uniti martedì dovrebbero ricevere un po’ di attenzione, dato che abbiamo visto una certa divergenza nelle dinamiche dell’inflazione tra gli Stati Uniti, dove è tornata ai livelli pre-COVID, e l’Eurozona, dove continua a registrare minimi da record.

EUR

La scorsa settimana l’euro si è rafforzato sulla scia della crescente propensione al rischio, tuttavia stiamo iniziando a vedere l’aumento di alcuni rischi a breve termine per la valuta comune. In primo luogo, i nuovi casi COVID continuano ad aumentare e hanno appena superato il livello degli Stati Uniti. Inoltre, i conseguenti parziali “lockdown” influenzeranno la performance economica della zona euro. Altro aspetto da considerare sono i verbali della riunione di settembre della BCE, che hanno evidenziato la preoccupazione della Banca Centrale per i rischi deflazionistici, questo ancor prima che venissero pubblicati i dati ancora più incerti sull’inflazione di settembre.

La possibilità che la BCE sia ulteriormente accomodante a dicembre sta crescendo. Infine, il posizionamento speculativo al rialzo degli investitori sull’euro ha appena iniziato a ridursi dopo i livelli record di fine agosto. Nel complesso vediamo alcuni rischi che potrebbero portare ad un temporaneo deprezzamento della valuta comune nelle prossime settimane.

GBP

Gli investitori sono concentrati sulla scadenza del 15 ottobre fissata da Boris Johnson per ritirarsi dai negoziati sulla Brexit nel caso in cui entro tale data non venga raggiunto alcun accordo. Riteniamo probabile che la scadenza venga posticipata, poiché entrambe le parti stanno facendo progressi. Il rapporto sull’occupazione di martedì rischia di essere oscurato dalle notizie relative ai negoziati UE-Regno Unito in programma subito prima del vertice dell’UE, ma fornirà ugualmente informazioni chiave sull’impatto della seconda ondata COVID sul mercato del lavoro.

USD

Questa settimana sarà la politica a guidare gli scambi sul dollaro, dato che ci saranno pochi dati in uscita. Gli investitori attendono la pubblicazione di nuovi sondaggi per confermare la probabilità di un’ampia vittoria democratica, che allontanerebbe la prospettiva di un’elezione contestata e renderebbe più probabile un ulteriore stimolo fiscale nel 2021. Nel breve termine, pensiamo ancora di poter vedere un compromesso prima delle elezioni, visto che il mercato sembra lo stia già prezzando. Ciò sarebbe inequivocabilmente positivo per le valute dei mercati emergenti, anche se l’impatto sul cambio EUR/USD è più difficile da prevedere.

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