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Il dato sull’inflazione rafforza il dollaro e le valute dei mercati emergenti

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15 November 2021

scritto da
Enrique Díaz-Álvarez

Chief Financial Risk Officer di Ebury

La reazione del mercato al dato sull’inflazione degli Stati Uniti è stata insolita. Questa volta, il dollaro non ha avuto problemi a recuperare contro le valute G10. Tuttavia, le vere protagoniste della settimana sono state le valute dei mercati emergenti, guidate dal real brasiliano.

U
na possibile spiegazione di questa dicotomia è la differente risposta di politica monetaria alle pressioni inflazionistiche mondiali. Mentre le banche centrali del G10 non sono preoccupate per l’elevato livello dell’inflazione, mantenendo i tassi reali a livelli estremamente negativi, le autorità dei mercati emergenti sono state molto meno ottimiste e hanno iniziato ad aumentare i tassi in modo aggressivo diversi mesi fa. Siamo ancora all’inizio del processo di normalizzazione della politica monetaria, ma i movimenti della scorsa settimana sono interessanti.

Prevediamo che i mercati valutari continueranno a muoversi guidati principalmente dalle notizie sull’inflazione e dalla diversa velocità con cui le banche centrali normalizzeranno la politica monetaria. Questa settimana infatti usciranno i dati sull’inflazione nell’Eurozona, nel Regno Unito, in Canada e in Giappone. Importanti saranno anche i discorsi di almeno otto funzionari della Federal Reserve e due interventi del presidente della BCE Lagarde.

EUR

È stata una settimana scarica di dati per l’Eurozona e infatti l’euro ha trovato spunti altrove, in particolare con il rapporto sull’inflazione degli Stati Uniti e il picco dei rendimenti. Anche questa settimana i dati macroeconomici in uscita sono scarsi. Il focus sarà sulle comunicazioni della banca centrale. In particolare, Lagarde terrà un discorso al Parlamento europeo, che verrà letto attentamente per vedere se la BCE continuerà a respingere l’idea del mercato su futuri aumenti dei tassi.

USD

Non c’è modo di addolcire il rapporto sull’inflazione degli Stati Uniti di ottobre. Il dato principale e il tasso core sono stati pubblicati al di sopra delle già elevate aspettative. L’inflazione è ora ai massimi da quattro decenni e pochi prevedono un pullback in tempi brevi. Le obbligazioni sono state vendute e di conseguenza i rendimenti sono aumentati.

Questa volta il dollaro ha beneficiato completamente della sorpresa dell’inflazione e dei movimenti dei tassi, almeno rispetto ad altre valute dei mercati sviluppati. Se i funzionari della Federal Reserve che parleranno questa settimana non riusciranno a respingere le recenti aspettative di rialzo dei tassi, il rally del dollaro potrebbe durare ancora un po’.

GBP

La crescita del terzo trimestre del Regno Unito è uscita al 6,6%, dato solido, anche se leggermente al di sotto delle aspettative. La sterlina ha perso terreno rispetto al dollaro USA, ma ha sovraperformato ogni altra valuta europea poiché i mercati prezzano una probabilità del 50% di un primo aumento dei tassi nella riunione di dicembre della Banca d’Inghilterra.

Questa settimana saranno rilasciati una serie di dati chiave riguardanti il mercato del lavoro e l’inflazione. Il rapporto sul mercato del lavoro sarà il primo rilasciato dopo la fine degli aiuti iniziati durante la pandemia. I mercati si stanno preparando per l’ennesimo forte aumento dell’inflazione, con la possibilità che il dato superi il 4%, che a nostro avviso dovrebbe quasi garantire un rialzo a dicembre ed essere di supporto per la sterlina.

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