I pessimi dati dell’eurozona affondano l’euro

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La scorsa settimana è iniziata nel modo peggiore per l’euro; lunedì gli indici PMI sono stati peggiori del previsto e hanno rinforzato l’idea che la Germania potrebbe entrare in recessione.

D
opo questo dato l’euro si è indebolito senza più riprendersi, perdendo terreno durante la settimana contro tutte le principali valute, tranne contro la sterlina che ha sofferto per tensioni interne.

Questa settimana i riflettori sono puntati sui dati in uscita, nello specifico l’inflazione dell’Eurozona martedì e il rapporto sui salari degli Stati Uniti venerdì. Presteremo attenzione anche agli sviluppi politici in merito ai possibili stimoli fiscali in Germania e, come sempre, al dibattito sulla Brexit tra UE e Regno Unito.

EUR

Nel mese di settembre gli indici PMI hanno dipinto un quadro desolante. La recessione nel settore manifatturiero si è intensificata e, sebbene i servizi siano ancora in espansione, in generale i numeri risultano coerenti con quelli di una stagnazione.

Con l’economia che nelle migliori ipotesi cresce solo modestamente e con l’inflazione lontana dal trend rialzista desiderato dalla BCE, le misure espansive annunciate questo mese sembrano essere giustificate e richiamano ad ulteriori stimoli fiscali nei paesi core dell’Eurozona, in particolare in Germania.

USD

Nonostante il Congresso si muova verso la procedura di impeachment per Trump, il mercato sembra ignorare completamente gli sviluppi politici. L’attenzione rimane, invece, sulle notizie riguardo l’economia statunitense. Spinta da tassi bassi, grande spesa in deficit e un solido mercato del lavoro, le possibilità di una crisi economica si sono ridotte a zero. Ci aspettiamo di vedere ulteriori conferme di questa visione ottimistica dai dati sul mercato del lavoro di venerdì, dove ci si aspetta un’altra sorpresa al rialzo nei salari.

GBP

Il pound si è indebolito la scorsa settimana a causa del fumoso scenario politico britannico a ridosso della scadenza per la Brexit del 31 ottobre. Il primo ministro Johnson ha accusato un duro colpo dalla Suprema Corte per la dichiarazione dell’illegalità della sospensione del Parlamento. Nonostante la prospettiva di breve periodo di una Brexit senza accordo si sia ulteriormente attenuata, vi sono comunque sempre più segnali crescenti che la relativa incertezza stia causando uno stallo nell’economia britannica. Il Pil trimestrale britannico di oggi (-0.2%) ha confermato questa tendenza, anche se quello annuale è uscito sopra le attese.

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