Dollaro in rialzo: le difficoltà dell’accordo con l’Ucraina spingono il mercato verso i beni rifugio.

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Nonostante la settimana di trading valutario sia trascorsa senza particolari sussulti, venerdì si è registrata una corsa all’acquisto del dollaro.

L
’alta tensione nello Studio Ovale ha generato forte preoccupazione tra gli investitori, mettendo in discussione la stabilità degli accordi sull’Ucraina e il ruolo degli USA nella sicurezza mondiale. I mercati finanziari hanno mostrato reazioni divergenti, con un incremento del valore delle azioni statunitensi e un contestuale afflusso di capitali verso valute rifugio come il franco svizzero e lo yen giapponese. La risoluzione di tale dicotomia costituirà l’elemento chiave di questa settimana.

Le conseguenze degli eventi della scorsa settimana alla Casa Bianca permangono, e si aggiunge l’annuncio dell’imposizione di dazi su Canada e Messico da parte dell’amministrazione Trump, di cui non sono noti i particolari. Il calendario della settimana in corso prevede numerosi eventi di rilevanza macroeconomica e politica, tra cui i dati sull’inflazione dell’Eurozona, la riunione della BCE e il dato sui salari negli Stati Uniti. Sebbene quest’ultimo rivestirebbe normalmente un ruolo primario nell’analisi dello stato di salute dell’economia statunitense, le dinamiche politiche correnti potrebbero esercitare un’influenza predominante sui mercati finanziari.

Lots of quarters!

EUR (Euro)

Si osserva una convergenza delle performance economiche tra l’Eurozona e gli Stati Uniti, a seguito della pubblicazione di dati europei migliori delle attese e di quelli americani peggiori. Ciononostante, le dinamiche di mercato sono state primariamente influenzate dalle tensioni inerenti al sistema di sicurezza euro-americano, con conseguente deprezzamento della valuta comune.

In prossimità della riunione della BCE, si prevede una riduzione dei tassi al 2,5%, mentre rimangono forti dubbi circa l’entità di ulteriori interventi futuri, in considerazione della persistenza dell’inflazione.

USD (Dollaro Statunitense)

L’analisi degli indicatori economici ad alta frequenza rivela l’emergere di possibili debolezze nell’economia statunitense. L’incremento delle richieste di disoccupazione, unitamente alla contrazione della spesa dei consumatori e all’aumento del deficit commerciale, suggerisce la possibilità di un rallentamento.

Il dato sui salari di questa settimana sarà fondamentale per valutare la validità di tali segnali. Data l’aspettativa di un risultato positivo, un dato inferiore alle attese potrebbe comportare una vulnerabilità del dollaro.

GBP (Sterlina Britannica)

Nel quadro delle tensioni geopolitiche, si osserva un rafforzamento del ruolo del Regno Unito come asset rifugio. L’evoluzione positiva dei colloqui tra Starmer e Trump, con la prospettiva di un accordo commerciale, incide favorevolmente. La struttura degli scambi con gli Stati Uniti, caratterizzata da un deficit per il Regno Unito, limita l’impatto potenziale dei dazi.

La politica monetaria della Banca d’Inghilterra, improntata a maggiore rigore, sostiene la sterlina, che ha registrato una performance migliore rispetto alle principali valute.

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