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I timori sul virus si abbattono sui mercati globali riportando volatilità sui mercati valutari

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2 March 2020

scritto da
Enrique Díaz-Álvarez

Chief Risk Officer at Ebury. Committed to mitigating FX risk through tailored strategies, detailed market insight, and FXFC forecasting for Bloomberg.

Le paure sempre maggiori riguardo alla diffusione del coronavirus e l’effetto che potrebbero avere le misure contenitive sull’economia mondiale hanno provocato forti vendite sui mercati azionari globali, che hanno vissuto la peggior settimana dalla crisi del 2008.

L
’ondata di avversione al rischio ha pesato maggiormente sui mercati emergenti, le cui valute sono state vendute a favore di quelle G10. Una particolare eccezione è stata lo yuan, che si è rafforzato durante la settimana poiché gli investitori ritengono che le autorità cinesi siano riuscite a contenere l’epidemia. L’euro ha vissuto una settimana di forte recupero, il che sostiene la nostra opinione che il suo recente calo sia stato dovuto all’apertura di posizioni di “carry trades’’ che ora, invece, vengono chiuse velocemente.

Tre fattori traineranno i mercati valutari questa settimana. In primo luogo le notizie quotidiane riguardanti la diffusione del virus e qualsiasi progresso nel suo contenimento, seguite dai dati macroeconomici che indicheranno l’entità della contrazione dell’attività economica. Sotto questo aspetto i PMI cinesi dell’attività economica, rilasciati nel fine settimana, sono stati molto negativi ed hanno mostrato la contrazione più veloce di sempre. Infine ci si attende una risposta alla crisi da parte delle banche centrali in termini di allentamento monetario e creditizio. Ci sono quindi le premesse per un’altra settimana molto volatile.

EUR

La scorsa settimana l’euro ha sovraperformato in maniera significativa, rafforzandosi più di tutte le altre valute principali, ad eccezione dello yen giapponese. Questo rimbalzo sostiene la nostra tesi secondo cui la debolezza di febbraio, che lo aveva portato a minimi pluriennali, fosse dovuta a dinamiche tecniche di mercato, in particolare all’uso dell’euro come valuta di finanziamento nei cosiddetti “carry trade”, più che ad un deterioramento dei fondamentali. Questi “carry trade” vengono chiusi in momenti di panico, sostenendo la valuta comune. È improbabile che questa dinamica cambi rapidamente, quindi la prossima settimana l’euro dovrebbe comportarsi in linea con gli altri asset rifugio. Il prossimo evento chiave si terrà il 12 marzo quando la BCE si riunirà e comunicherà quale sarà la sua reazione alla crisi del coronavirus.

USD

I dati statunitensi di secondo piano della scorsa settimana sono stati buoni, ma comprensibilmente ignorati dai mercati. I tassi di interesse impliciti dei futures ora scontano quasi quattro tagli completi dello 0,25% in risposta alla crisi, inclusi uno in ciascuna delle prossime due riunioni della Federal Reserve. Seguiremo attentamente le comunicazioni della Fed che confermeranno o smentiranno questa previsione. I dati PMI manifatturieri di lunedì pomeriggio sono usciti poco sotto le attese, ma quelli sui servizi di mercoledì potrebbero iniziare a mostrare il primo impatto delle interruzioni nella filiera produttiva causate dal coronavirus. I dati sul mercato del lavoro USA di febbraio, solitamente molto attesi e in uscita venerdì pomeriggio, quasi sicuramente non includeranno ancora gli effetti del virus e quindi probabilmente verranno ignorati dal mercato.

GBP

Due fattori principali hanno indebolito la sterlina durante la scorsa settimana. Oltre alla generale fuga dagli asset rischiosi dovuta alla paura di un’epidemia, il governo di Johnson non fa passi indietro nella dura retorica riguardo la volontà di uscire senza accordo. Questa settimana, una nuova fonte di volatilità per la sterlina sarà la pubblicazione del budget di marzo. Un cambio nelle regole per permettere un ulteriore stimolo fiscale sembra molto probabile, soprattutto in questo periodo, per questo, non ci sorprenderebbe un recupero della sterlina.

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