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I timori per il virus cinese pesano sugli asset rischiosi e sulle valute dei paesi emergenti

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27 January 2020

scritto da
Enrique Díaz-Álvarez

Chief Risk Officer at Ebury. Committed to mitigating FX risk through tailored strategies, detailed market insight, and FXFC forecasting for Bloomberg.

La diffusione del Coronavirus in Cina e all’estero, ha influenzato il mercato finanziario verso la fine della scorsa settimana, portando a vendite sui mercati azionari e acquisti di asset “rifugio” come i titoli di Stato dei paesi G10.

N
ei mercati valutari, l’effetto si è visto nelle valute dei mercati emergenti, che sono state vendute contro il dollaro statunitense. Le divise dell’america Latina, ultimamente molto sensibili agli sviluppi cinesi, sono quelle che hanno sofferto di più. Lo yen è stata la valuta G10 più performante, sostenuta dal suo ruolo tradizionale di valuta rifugio, assieme alla buona performance della sterlina.

Questa settimana l’attenzione rimarrà sulle notizie sul Coronavirus. In passato altre epidemie, come ad esempio la SARS, hanno avuto un impatto solo lieve nel lungo termine sul mercato finanziario e nell’economia, e ci auguriamo che la stessa situazione si verifichi nuovamente. La Federal Reserve si riunirà mercoledì, tuttavia ci aspettiamo che non cambi la politica monetaria ripetendo sostanzialmente le sue precedenti comunicazioni. E’ invece molto più incerto l’esito della riunione di giovedì della Banca d’Inghilterra, con i mercati che scontano con una probabilità del 50% un taglio dei tassi. In settimana usciranno anche una serie di importanti dati macroeconomici sia in USA che in Europa, i principali saranno giovedì il PIL USA e venerdì quello europeo e l’inflazione dell’eurozona, con quest’ultima che sarà di particolare importanza per la moneta comune.

EUR

La BCE ha lasciato i tassi invariati e non sono emerse particolari novità nella conferenza stampa. I dati PMI sono stati contrastanti: quelli manifatturieri hanno evidenziato come il pericolo di recessione si stia allontanando, mentre quelli sui servizi sono usciti sotto le attese. Questa settimana l’attenzione si sposta sul PIL ed in particolare sull’inflazione venerdì. I mercati si aspettano un calo dell’inflazione core, per questo una conferma della crescita dell’1.3% annuale potrebbe portare ad un rally dell’euro.

USD

La settimana corta per la festività del Martin Luther King vede generalmente pochi dati in uscita e la scorsa settimana non ha fatto eccezione. Questa settimana il focus sarà sulla riunione del FOMC mercoledì. L’economia americana sembra essere in buono stato di salute in questo momento, in crescita a un ritmo di circa il 2%, in grado di generare occupazione in eccesso rispetto alla crescita della forza lavoro e senza segnali di pressioni inflazionistiche. È probabile che la Federal Reserve si accontenti di lasciare invariati i tassi di interesse finché rimarrà questo scenario e i dati economici (Pil e inflazione) nel corso della settimana dovrebbero essere di supporto a tale decisione.

GBP

I dati usciti la scorsa settimana nel Regno Unito, migliori del previsto, sembrano sostenere la nostra previsione secondo la quale la Banca d’Inghilterra non interverrà sui tassi d’interesse. I dati sul mercato del lavoro e i PMI usciti sopra le attese dovrebbero quindi far pendere la bilancia a favore di tassi di interesse invariati, anche se il risultato resta incerto. Se venisse confermata la nostra previsione, ci aspettiamo un forte rafforzamento della sterlina.

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