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Il ritiro dei dazi sul Messico fa rimbalzare il dollaro e impennare il peso messicano

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17 June 2019

scritto da
Enrique Díaz-Álvarez

Chief Risk Officer at Ebury. Committed to mitigating FX risk through tailored strategies, detailed market insight, and FXFC forecasting for Bloomberg.

Non sorprende che il peso messicano sia stato il grande vincitore della scorsa settimana, dopo che Trump ha dichiarato come alcuni vaghi impegni da parte del Messico sul controllo dei confini fossero sufficienti a rinviare l’attivazione delle tariffe.

A
nche il dollaro ha reagito bene, con i mercati rivitalizzati dalla diminuzione delle minacce sulla guerra commerciale. In una settimana senza grandi notizie o riunioni di banche centrali, questo è stato sufficiente a rendere il dollaro la migliore divisa G10.

Tutti gli occhi sono puntati sulla riunione della Fed di mercoledì. Non sono previsti cambiamenti nei tassi d’interesse, ma i mercati porranno attenzione a ogni parola del comunicato del FOMC per avere un’idea delle probabilità e dell’entità di eventuali tagli.

EUR

La scorsa settimana l’unico dato rilevante dell’eurozona ha riguardato la produzione industriale, in calo dello 0.5% in aprile dopo il -0.4% di marzo. Si tratta di dati volatili e soggetti a revisione, ma segnalano come non ci sia un recupero per il settore industriale europeo. Questa settimana non sono previsti dati di rilievo, ma ci sarà l’importante forum della BCE a Sintra, in Portogallo, dove ci aspettiamo che la banca centrale europea possa chiarire le future azioni di politica monetaria.

USD

Dato che la questione sui dazi al Messico è stata superata, Trump sta passando il suo tempo a twittare sulla necessità di un taglio dei tassi da parte della Fed. Al meeting di mercoledì vedremo come la banca centrale riuscirà a reggere alla pressione politica sul taglio dei tassi. Non è previsto alcun cambiamento immediato di politica monetaria. L’attenzione, tuttavia, si concentrerà sulle comunicazioni relative ai prossimi incontri. I mercati stanno scontando tre tagli dei tassi per il 2019, questa previsione ci sembra eccessiva, e a sorprenderli potrebbe essere una Fed meno accomodante del previsto. Se ciò avvenisse, sarà interessante osservare l’entità del rally del dollaro nel breve periodo.

GBP

La scorsa settimana sono usciti dati contrastanti nel Regno Unito. I deludenti dati sul PIL di aprile e sulla produzione manifatturiera sono stati bilanciati da una forte creazione di posti di lavoro e da una solida crescita dei salari. Tuttavia, il mercato non ha dato molta importanza a questi dati ma si è focalizzato completamente sulla lotta per la leadership nel partito conservatore e sul suo impatto nei negoziati sulla Brexit. Questa settimana, invece, considerando che il mercato sta già scontando la quasi certa vittoria di Boris Johnson, l’attenzione dovrebbe spostarsi sulla riunione di giugno della Bank of England. Non è prevista alcuna modifica della politica monetaria, ma la maggior parte degli analisti si aspetta una peggioramento delle prospettive economiche da parte del comitato di politica monetaria. Se questo non dovesse avvenire, potremmo vedere il cambio GBP/USD raggiungere 1.30 nel breve periodo.

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