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L’inflazione USA sorprende al rialzo e genera volatilità

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17 May 2021

scritto da
Enrique Díaz-Álvarez

Chief Financial Risk Officer di Ebury

Gli asset rischiosi in tutto il mondo sono vicini ai massimi storici, ma ora traballano un po’ dopo che l’inflazione statunitense la scorsa settimana è uscita di molto sopra le attese (cosa che avevamo già anticipato da qualche tempo).

C
onsiderando la portata della sorpresa, è strano che i Treasury decennali statunitensi siano aumentati solo del 0,04%. Tuttavia, questo evento è stato sufficiente a sconvolgere i mercati delle materie prime e a causare perdite su gran parte delle valute dei mercati emergenti, che hanno concluso la settimana più deboli rispetto al dollaro statunitense.

Mercoledì verranno pubblicati i verbali della riunione della Federal Reserve, ma ci aspettiamo che il mercato li ignori, dato che la sorpresa dell’inflazione li rende in qualche modo obsoleti.

Gli indici PMI dell’attività economica di Stati Uniti, Eurozona e Regno Unito usciranno tutti venerdì, in quello che ci aspettiamo essere l’evento principale della settimana. Al di là dei dati e della politica monetaria, il mercato sembra che per ora riesca a digerire il drammatico aumento delle pressioni inflazionistiche, almeno nel breve termine, per gli Stati Uniti. Pensiamo che, una volta superato lo shock, il biglietto verde continuerà ad indebolirsi.

EUR

Il dato sulla fiducia degli investitori nell’Eurozona la scorsa settimana ha confermato il miglioramento delle aspettative europee e dei principali indicatori economici in generale. Pensiamo che uno dei fattori chiave per il 2021 sarà il modo in cui rimbalzerà l’Eurozona rispetto agli i Stati Uniti, sia in termini di velocità che di pressioni inflazionistiche. Tuttavia, a causa del ritardo dei dati, non avremo un quadro chiaro fino a metà dell’estate.

Per ora, ci concentreremo sugli indicatori dell’attività economica PMI in uscita venerdì. Un’altra sorpresa positiva nell’indice dei servizi potrebbe fornire un’ulteriore spinta all’euro.

USD

La tanto anticipata crescita dell’inflazione negli Stati Uniti è esplosa la scorsa settimana. L’inflazione di aprile si è attestata al 4,2% anno su anno. Ancora più preoccupante è il fatto che l’indice “core”, che esclude i componenti volatili di cibo ed energia, ha avuto il più grande rialzo dal 1982: il tasso annualizzato a tre mesi è quasi al 5%. L’attenzione ora sarà sulla reazione della Federal Reserve.

Nonostante l’atteggiamento accomodante che guarda oltre le pressioni inflazionistiche di breve termine e la volontà di mantenere la politica monetaria estremamente stimolante, è possibile che alcuni membri siano stati turbati dall’esplosione dell’inflazione.

Per quanto riguarda i mercati valutari, tassi molto bassi e inflazione crescente sono stati raramente un mix positivo per qualsiasi valuta, e non ci aspettiamo che questa volta sia diverso.

GBP

Il sollievo per il risultato delle elezioni scozzesi e l’assenza di nuove spinte indipendentiste è stato rafforzato da una serie di dati molto positivi sui prezzi delle case, sul PIL mensile di marzo e sulle vendite al dettaglio.

La scorsa settimana la sterlina ha guadagnato, rafforzandosi rispetto a tutte le principali valute G10 e dei mercati emergenti. Questa settimana, oltre ai PMI di maggio in uscita venerdì, il focus sarà sull’inflazione di mercoledì.

I mercati si aspettano un modesto rimbalzo, ma sarà interessante vedere se la grande sorpresa nell’inflazione che abbiamo visto la scorsa settimana è un fenomeno mondiale o rimane per ora limitato agli Stati Uniti.

 

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