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Le valute si mantengono lo stabili in attesa dei nuovi dati sull’inflazione

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27 June 2022

scritto da
Enrique Díaz-Álvarez

Chief Financial Risk Officer di Ebury

Le valute G10 hanno concluso la settimana non molto diversamente da come l’avevano iniziata, anche perchè ci sono stati pochi dati in uscita e gli investitori hanno digerito le precedenti comunicazioni delle banche centrali.

I
l vincitore della settimana è stato il franco svizzero, grazie al rialzo dei tassi a sorpresa della Banca Nazionale Svizzera. Le valute dei mercati emergenti hanno avuto reazioni miste, ma per la maggior parte hanno retto piuttosto bene al massiccio sell off che abbiamo visto la scorsa settimana sulle materie prime. Il ritorno della propensione al rischio della scorsa settimana suggerisce un allentamento delle preoccupazioni degli investitori sull’inevitabilità di una recessione, in conseguenza delle manovre delle banche centrali per tenere sotto controllo l’inflazione.

I dati sull’inflazione di giovedì si focalizzeranno su entrambe le sponde dell’Atlantico. I dati PCE di maggio negli Stati Uniti confermeranno probabilmente il precedente rapporto CPI. Più critico sarà il rapporto flash sull’inflazione dell’Eurozona per giugno, il quale fornirà la prima lettura dell’inflazione in tutte le aree economiche.

EUR

Gli indici PMI di giugno sono stati sostanzialmente deludenti, registrando un calo significativo. Sebbene rimangano tutti su livelli di espansione nelle principali economie dell’Eurozona, la tendenza al ribasso va osservata da vicino, poiché questi indici rimangono il miglior indicatore anticipatore per la crescita europea.

Questa settimana potrebbe essere cruciale per l’euro. Oltre al rapporto sull’inflazione flash di giugno, si terrà il forum annuale della BCE sulle banche centrali. I mercati si aspettano di ricevere alcuni dettagli sul prossimo strumento “anti frammentazione”.

USD

La scorsa settimana il dollaro ha ritracciato leggermente dai massimi pluriennali. I fattori che hanno pesato sul dollaro sono stati tre. In primo luogo, il calo dei rendimenti statunitensi, poiché i mercati trovano sempre meno plausibili ulteriori aumenti da parte della Fed nel breve termine. In secondo luogo, il generale rimbalzo della propensione al rischio, che ora è chiaramente negativo per il dollaro. Infine, il posizionamento del trader sembra sempre più lungo sul dollaro, poiché sembra essersi stabilito un generale consenso per un biglietto verde più forte, il che renderebbe difficile un ulteriore rialzo e trasformerebbe lievi battute d’arresto in vendite causate dagli stop loss. Un forte rapporto sull’inflazione dell’Eurozona giovedì potrebbe portare ad un ulteriore calo del dollaro.

GBP

L’inflazione di maggio nel Regno Unito ha raggiunto l’ennesimo record pluridecennale, anche se l’indice core, che esclude le componenti più volatili come cibo ed energia, ha fornito un debole risvolto positivo, uscendo appena al di sotto del 6%. La sterlina continua a scambiare in linea con gli asset rischiosi e la scorsa settimana è riuscita a beneficiare della ripresa dei mercati azionari mondiali.

Questa settimana presteremo molta attenzione al credito al consumo; constateremo se la nostra opinione secondo cui i consumatori si dimostreranno resilienti alla compressione dei redditi reali attingendo ai risparmi accumulati durante la pandemia verrà confermata.

 

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