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Le valute dei mercati emergenti si rafforzano grazie all’aumento dei prezzi delle materie prime che contrasta il rialzo dei rendimenti obbligazionari

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15 March 2021

scritto da
Enrique Díaz-Álvarez

Chief Financial Risk Officer di Ebury

Mentre gli investitori prestano sempre più attenzione alla crescente volatilità dei mercati obbligazionari, le valute continuano a scambiare principalmente in base alla propensione al rischio e ai prezzi delle materie prime.

La storica correlazione tra aumento dei rendimenti dei treasury statunitensi e rafforzamento del dollaro non si sta ancora affermando in modo notevole. I rendimenti europei sono effettivamente scesi in risposta ai toni dovish della BCE, ma l’euro è riuscito a terminare la settimana invariato rispetto al biglietto verde. Le valute migliori della settimana sono state comunque le G10 legate alle materie prime (corona norvegese, dollaro australiano e canadese) e quelle dell’America Latina, sostenute dall’aumento dei prezzi del petrolio.

La riunione di marzo della Federal Reserve di mercoledì sarà l’evento chiave della settimana. Anche se non ci si aspetta alcun cambiamento nella politica monetaria, i mercati si concentreranno sulla reazione della Fed al significativo aumento dei rendimenti a lungo termine e alla notevole crescita delle aspettative di rialzo dei tassi per il 2023, che sono in contrasto con le previsioni della stessa Fed. La riunione della Banca d’Inghilterra di giovedì completa la settimana tra le valute G10.

EUR
La BCE ha chiarito che, a differenza della Federal Reserve, è preoccupata per l’aumento dei rendimenti e per il potenziale impatto che questo potrebbe avere sulla ripresa economica. Ha annunciato che accelererà gli acquisti di obbligazioni sovrane nell’ambito del programma PEPP al fine di contenere l’aumento dei rendimenti. In modo inaspettato, né questo annuncio, nè gli scarsi progressi nelle vaccinazioni dell’Eurozona hanno pesato sull’euro, che ha chiuso la settimana invariato contro le principali valute, in particolare il dollaro. Riteniamo che questa resilienza sia significativa e vediamo il potenziale per un rally dell’euro se e quando lo sforzo di vaccinazione europeo prenderà finalmente il via.

USD
Le vendite di obbligazioni statunitensi sono riprese la scorsa settimana, anche se con movimenti modesti; inoltre le grandi aste dei treasury non hanno avuto un impatto sui mercati. Mentre l’inflazione di febbraio è uscita in linea con le aspettative, altri dati settimanali come le richieste di sussidi di disoccupazione stanno generalmente superando le attese. Come detto, l’evento principale per il dollaro questa settimana sarà la riunione della Federal Reserve. Osserveremo molto da vicino l’aggiornamento delle proiezioni economiche del FOMC e qualsiasi tentativo di contrastare l’aumento dei rendimenti obbligazionari. In particolare, la discrepanza tra le previsioni della Fed e il mercato verrà sicuramente sollevata durante la conferenza stampa, con la prima che non prevede aumenti dei tassi per tutto il 2023 mentre il secondo ha iniziato a scontare un rialzo completo all’inizio dello stesso anno.

GBP
È difficile decifrare l’andamento dell’economia britannica in questo momento, poiché i numeri sono confusi non solo dall’effetto del lockdown ma anche dal calo, forse temporaneo, del commercio con l’UE a causa della Brexit. Il vantaggio del Regno Unito nelle vaccinazioni, che ha sostenuto la sterlina in particolare nei confronti dell’euro, è probabilmente ormai scontato nelle quotazioni, di conseguenza la sterlina si sta muovendo in un range ristretto sia contro la valuta comune che contro il dollaro. La riunione della Banca d’Inghilterra di questa settimana potrebbe effettivamente essere di supporto per la sterlina. Il comitato di politica monetaria dovrebbe usare un tono più ottimista, visto il successo della vaccinazione e il pacchetto di sostegno fiscale relativamente aggressivo annunciato dal governo Johnson.

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