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Le valute dei mercati emergenti si rafforzano grazie al rialzo dei prezzi delle materie prime

( tempo di lettura: 3 minuti )

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1 June 2021

scritto da
Enrique Díaz-Álvarez

Chief Financial Risk Officer di Ebury

La scorsa settimana sui mercati finanziari si sono replicati i temi principali degli ultimi sei mesi. I prezzi delle materie prime sono aumentati con forza, così come gli asset rischiosi e i dati sull’inflazione dagli Stati Uniti hanno sorpreso al rialzo con le valute dei mercati emergenti correlate alle materie prime che hanno registrato le migliori performance.

I
rendimenti nei paesi G10 sono ancora bassi, ma pensiamo che sia solo questione di tempo prima che riprendano a salire per i dati economici più forti del previsto e per la continua pressione sulle catene di approvvigionamento e sui prezzi. In questo scenario, il real brasiliano, il peso cileno e il dollaro neozelandese sono state la valute con la migliore performance la scorsa settimana mentre lo yen giapponese, valuta rifugio, è stata la peggiore.

Questa settimana, caratterizzata dalle festività di lunedì di Londra e New York, sarà comunque ricca di dati. I dati sull’inflazione nell’Eurozona per maggio escono martedì e mostreranno fino a che punto le pressioni inflazionistiche seguiranno il percorso al rialzo visto negli Stati Uniti. Martedì verrà rilasciato anche l’indice ISM statunitense e ci sarà un focus speciale sulla componente dei prezzi dell’indice.

Infine, venerdì avremo l’ultima lettura sullo stato del mercato del lavoro statunitense tramite il rapporto sui salari di maggio, dove si prevede che la domanda in forte espansione si potrebbe scontrare con le inefficienze del mercato del lavoro, portando ad un’insolita incertezza.

EUR

I commenti dovish da parte alcuni membri della BCE hanno temporaneamente fermato il rally dell’euro. Nonostante i mercati rimangano concentrati sulla riunione della BCE del 10 giugno, si è guardato con grande attenzione ai dati di oggi sull’inflazione europea, con l’indice flash che ha fatto segnare un 2%, mentre quello core, che esclude le componenti più volatili alimentari ed energetiche è uscito allo 0.9%, in linea con le attese.

Nonostante un dato flash leggermente meglio delle attese l’impatto sul cambio è stato modesto.

USD

Un’altra settimana ed un un’altra sorpresa al rialzo per l’inflazione USA.

La scorsa settimana sia il deflatore del PIL del primo trimestre che il più tempestivo deflatore della spesa per consumi personali (PCE), che è la metrica di inflazione preferita dalla Federal Reserve sono usciti sopra le attese. I mercati obbligazionari sembra non stiano considerando questi dati per ora e il rendimento dei titoli del Tesoro a 10 anni ha chiuso la settimana non lontano da dove era iniziato.

Oltre al dato importante, ma ultimamente un po’ contrastante dei Non Farm Payrolls di venerdì, questa settimana parleranno alcuni membri della Fed. Presteremo molta attenzione alle loro parole per vedere se le continue sorprese nei numeri sull’inflazione stanno iniziando a modificare il consenso per una politica accomodante tra i membri del FOMC.

GBP

Una forte ripresa guidata dal settore manifatturiero, come evidenziato dai PMI, e i toni hawkish dalla Banca d’Inghilterra hanno spinto la sterlina al secondo posto la scorsa settimana tra le valute del G10.

Riteniamo che il rally della sterlina per ora possa rallentare, specialmente in assenza di notizie macroeconomiche questa settimana, ma la Banca d’Inghilterra potrebbe anticipare la Federal Reserve e la Banca Centrale Europea nell’allenamento degli stimoli monetari, il che può essere solo positivo per la valuta.

 

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