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Le valute dei mercati emergenti si rafforzano con l’attenuarsi delle tensioni con l’Iran

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13 January 2020

scritto da
Enrique Díaz-Álvarez

Chief Risk Officer at Ebury. Committed to mitigating FX risk through tailored strategies, detailed market insight, and FXFC forecasting for Bloomberg.

L
’affievolirsi delle tensioni tra USA e Iran, le prospettive di un accordo commerciale tra Cina e Stati Uniti e le buone notizie dalle principali economie mondiali hanno spinto i mercati azionari di tutto il mondo a livelli record. Il dollaro ha messo a segno performance contrastanti, in netto aumento rispetto alle valute safe haven come lo yen giapponese ma in calo rispetto alle maggiori valute emergenti, che hanno beneficiato del generale ottimismo sui mercati.

Questa settimana l’attenzione si sposta di nuovo sui dati macroeconomici, tra cui l’inflazione degli Stati Uniti martedì, il rapporto sull’inflazione del Regno Unito e la produzione industriale nell’Eurozona mercoledì e le vendite al dettaglio negli Stati Uniti di giovedì. Infine, la pubblicazione dei verbali della BCE e gli interventi di alcuni dei membri delle banche centrali americana ed europea dovrebbero portare una certa volatilità.

EUR

A nostro avviso, non è stato dato sufficiente peso al miglioramento dei dati economici dell’Eurozona. La scorsa settimana, gli indici PMI hanno subito una profonda revisione al rialzo e ora l’indice composito è decisamente in territorio positivo. Anche i dati sulle vendite al dettaglio sono stati positivi e l’inflazione core all’1.3% rimane vicina ai recenti massimi. I tassi europei negativi continuano in parte a pesare sulla valuta comune. Riteniamo che i verbali della riunione BCE di dicembre possano alleviare un po’ le preoccupazioni del mercato riguardo a ulteriori tagli o aumenti del QE da parte della banca centrale, fornendo un supporto modesto per la valuta comune.

USD

Il report sul mercato del lavoro di dicembre ha delineato uno scenario ideale per il mercato azionario, con una creazione di posti di lavoro al di sopra della crescita della forza lavoro senza aumento dei salari. Questi dati rimandano qualsiasi intervento restrittivo avanti nel tempo e gli asset rischiosi hanno reagito di conseguenza. Il dato più importante questa settimana sarà l’inflazione in uscita mercoledì. L’indice core che esclude le componenti volatili di cibo ed energia dovrebbe rimanere al di sopra dell’obiettivo della Fed del 2%, ma vista la mancata crescita dei salari, ci aspettiamo che la banca centrale possa ignorarlo.

GBP

La scorsa settimana il governatore Carney ha delineato un approccio più accomodante da parte della BoE, sebbene l’impatto sulla sterlina sia stato limitato. Tuttavia, riteniamo che il mercato stia scontando eccessivamente un taglio dei tassi nel medio termine. Dal rapporto sull’inflazione mercoledì e da altri dati di secondo livello attendiamo conferma che l’economia sia più solida ora che l’incertezza sulla Brexit è molto diminuita. La decisa revisione al rialzo degli indici PMI che abbiamo visto la scorsa settimana punta già in questa direzione. A medio termine restiamo quindi positivi sulla sterlina.

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