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Le valute dei mercati emergenti rimangono stabili nonostante un altro record dell’inflazione statunitense

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14 February 2022

scritto da
Enrique Díaz-Álvarez

Chief Financial Risk Officer di Ebury

Le notizie macroeconomiche e geopolitiche continuano a dominare i mercati e di conseguenza nel 2022 abbiamo assistito al ritorno della volatilità.

I
l rapporto sull’inflazione di gennaio negli Stati Uniti ha prodotto un’altra scossa per gli investitori, superando di gran lunga le stime e attestandosi al 7,5% su base annua. I mercati obbligazionari di tutto il mondo hanno subito un sell off alla notizia, ma l’impatto sui mercati valutari è stato meno diretto.

Le valute dei mercati emergenti si sono apprezzate, contrariamente all’esperienza dei precedenti cicli di rialzo della Fed. La notizia di un potenziale peggioramento della crisi ucraina che ha colpito i mercati nella serata di venerdì ha solo parzialmente smorzato l’umore, e il real brasiliano è stata la divisa migliore della settimana, seguito da vicino da altre valute latinoamericane. Nel G10, anche le valute correlate con le materie prime come il dollaro australiano, neozelandese e canadese hanno sovraperformato, poiché i mercati ritengono che il conflitto in Ucraina potrebbe effettivamente sostenere ulteriormente i prezzi delle materie prime in tutto il mondo.

Sembra che l’ultimo shock inflazionistico abbia costretto la Federal Reserve a una sorta di punto di svolta. James Bullard, un membro votante del FOMC, ha dichiarato di essere ora favorevole a rialzi dei tassi di interesse anche al di fuori delle riunioni programmate, cosa che non accadeva dal 1979. Per il prossimo futuro, i mercati si concentreranno quasi esclusivamente su due fattori: i numeri dell’inflazione e la politica monetaria. Per quanto riguarda il primo, questa settimana uscirà l’indice dei prezzi alla produzione statunitense (martedì) e l’IPC nel Regno Unito (mercoledì). Per quanto riguarda il secondo fattore, interverranno cinque funzionari della Federal Reserve, così come la presidente della BCE Lagarde e il capo economista Lane. Inoltre, mercoledì verranno pubblicati i verbali dell’ultimo incontro della Fed, anche se va notato che si riferiscono al meeting di tre settimane fa.

EUR

I continui sforzi della presidente della BCE Lagarde di respingere le aspettative del mercato per i rialzi dei tassi sono per lo più falliti fino a quando l’inasprimento delle tensioni in Ucraina ha indebolito il cambio verso la fine di venerdì. Allo stato attuale, i mercati si aspettano un rialzo complessivo di 50 punti base nel 2022 ma un terminal rate di appena lo 0,7%, che ci sembra del tutto inadeguato rispetto alla forza delle attuali pressioni inflazionistiche.

Questa settimana ci sono poche notizie in uscita che possono muovere il mercato. L’attenzione si concentrerà sulle parole dei leader della fazione dovish della BCE, Lagarde e il Chief Economist Lane, entrambi attesi questa settimana. Qualsiasi segnale che uno dei due sia preoccupato dall’attuale realtà inflazionistica sarebbe positivo per la valuta comune.

USD

Il rapporto sull’inflazione di gennaio è stato un altro shock, l’inflazione è salita al 7,5% sui massimi da 40 anni. In modo ancora più preoccupante gli aumenti di prezzo si stanno diffondendo su diversi asset. Particolarmente preoccupante è la diffusione della pressione sui prezzi delle abitazioni, una componente particolarmente resistente e che non dovrebbe scendere nel breve termine. I rendimenti dei titoli statunitensi sono aumentati notevolmente nei giorni successivi e hanno perso terreno solo a seguito della notizia che gli Stati Uniti temono che un’invasione russa dell’Ucraina potrebbe essere imminente.

Dal punto di vista macroeconomico ci attendiamo un leggero calo dei prezzi alla produzione questa settimana. Inoltre, sono attesi diversi discorsi di funzionari della Federal Reserve. Ci aspettiamo che questi riaffermino la crescente preoccupazione per l’inflazione e suggeriscano ai mercati che i tassi potrebbero aumentare ad ogni meeting della Fed e di oltre 25 punti base a meno che i numeri dell’inflazione non inizino a calare.

GBP

La notizia principale dal Regno Unito è che la crescita del PIL, al 6,5% annuo nell’ultimo trimestre del 2021, sembra continuare e potrebbe ulteriormente rafforzare l’atteggiamento restrittivo della Bank of England. Le notizie dagli Stati Uniti, inoltre, sicuramente supporteranno la BoE, poiché la necessità di tenere sotto controllo le pressioni inflazionistiche sta diventando la priorità per le banche centrali di tutto il mondo.

Il Party Gate continua a non avere un impatto percepibile sui mercati, che questa settimana si concentreranno completamente sull’inflazione CPI del Regno Unito. Gli investitori si aspettano un dato in linea a quello precedente o leggermente superiore, ma i recenti dati record sull’inflazione di altri paesi manterranno l’attenzione anche sul dato di mercoledì.

 

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