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L’aspettativa di tassi più alti negli USA riporta EURUSD verso la parità

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22 August 2022

scritto da
Enrique Díaz-Álvarez

Chief Financial Risk Officer di Ebury

I tassi di interesse statunitensi hanno invertito la rotta presa a seguito del rapporto positivo sull’inflazione della settimana scorsa.

I
funzionari della Federal Reserve hanno parlato delle prospettive di un altro rialzo monstre a settembre e i mercati sono ora equamente divisi tra un aumento di 50 punti base e uno pari al precedente di 75 punti base. Gli asset rischiosi hanno ceduto una parte dei recenti guadagni e comprensibilmente il dollaro è rimbalzato con decisione contro tutte le principali valute mondiali. In questo contesto lo yuan cinese ha resistito relativamente bene, nonostante la recente debolezza dell’economia cinese, guadagnando terreno contro ogni valuta del G10 eccetto il dollaro USA.

Questa settimana negli Stati Uniti, nel Regno Unito e nell’Eurozona, verranno pubblicati gli indici PMI preliminari di agosto. I livelli attuali per lo più oscillano attorno a 50, valore che separa l’espansione economica dalla contrazione, quindi questi numeri assumono maggiore importanza. Alla fine della settimana l’attenzione dei mercati si focalizzerà sulla riunione annuale dei banchieri centrali mondiali a Jackson Hole, nel Wyoming. In particolare, il discorso del presidente Powell di venerdì dovrebbe offrire un po’ di chiarezza sulla velocità dei prossimi rialzi sulle sue aspettative su quanto dovranno salire i tassi prima che l’inflazione sia riportata sotto controllo.

EUR

Quella appena trascorsa è stata una tipica settimana estiva nell’Eurozona. Con poche notizie macroeconomiche o politiche, l’euro è stato per lo più scambiato al ribasso per due motivi: le attese di rialzo dei tassi statunitensi sono aumentate vertiginosamente e il sentiment verso l’economia dell’eurozona è peggiorato a causa dell’impennata dei prezzi dell’energia.

Il dato preliminare sui PMI di martedì sarà fondamentale per capire l’andamento dell’economia reale. Tuttavia, visto il ritardo della BCE nel contrastare la crescente inflazione, non pensiamo che possa permettersi di rinunciare alla normalizzazione della politica monetaria anche se si dovesse materializzare una lieve recessione.

USD

La scorsa settimana dati forti e toni restrittivi da parte di alcuni membri della Fed hanno spinto i tassi statunitensi al rialzo e questo a sua volta ha rafforzato il dollaro. Questa settimana l’attesa sarà per gli indici PMI pubblicati martedì, anche se in genere sono dati che muovono meno il mercato negli Stati Uniti.

I mercati guarderanno poi al rapporto sull’inflazione PCE per corroborare le buone notizie arrivate dal CPI anche se è improbabile che la Fed modificherà la traiettoria dei rialzi. La domanda principale per il presidente Powell a Jackson Hole sarà se a settembre ci saranno 50 o 75 punti base di rialzo.

GBP

I responsabili della politica monetaria della Banca d’Inghilterra hanno ricevuto una spiacevole notizia la scorsa settimana, con una significativa sorpresa al rialzo dell’inflazione di luglio. Sia il valore headline che il core sono saliti a nuovi massimi storici, con il primo che è ora in doppia cifra e dovrebbe raggiungere un picco del 13% in autunno.

I mercati si sono affrettati a valutare altri rialzi da parte della Banca d’Inghilterra, ma la minaccia della stagflazione ha impedito alla sterlina di beneficiarne e si è indebolita sia contro il dollaro che contro l’euro. Gli indici PMI nel Regno Unito hanno retto meglio che nell’Eurozona, suggerendo un’economia più resiliente di quanto mostri il livello attuale della sterlina. Martedì questo scenario verrà messo alla prova nuovamente con l’uscita del dato preliminare sui PMI di agosto.

 

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