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La volatilità dei mercati azionari porta gli investitori verso asset rifugio

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16 May 2022

scritto da
Enrique Díaz-Álvarez

Chief Financial Risk Officer di Ebury

Un’altra settimana di vendite di asset rischiosi ha scaturito un effetto prevedibile sui mercati valutari. Lo yen giapponese ha dominato le classifiche settimanali, seguito dal dollaro USA.

L
a valuta europea scambia di nuovo debole e le valute legate alle materie prime come la corona norvegese e il dollaro australiano hanno perso terreno drasticamente. Le valute dei mercati emergenti sono scese rispetto al dollaro USA ma continuano a reggere il confronto con l’euro, segno che l’aumento dei prezzi delle materie prime è ancora un fattore trainante nei cambi valutari.

La principale preoccupazione che guida i mercati è la misura in cui le banche centrali possono riportare l’inflazione in linea con gli obiettivi senza limitare le prospettive di crescita, per questo dati ad elevata frequenza, come le vendite al dettaglio negli Stati Uniti di martedì, assumeranno maggiore importanza. Tuttavia, sarà una settimana scarica di dati e al centro dell’attenzione ci saranno le comunicazioni dei banchieri centrali . Oltre a una lista di relatori della BCE il focus sarà sulla pubblicazione del verbale della riunione di aprile della BCE. Gli indicatori dell’inflazione britannica potranno essere un fattore chiave per la sterlina.

EUR

In assenza di dati importanti, i trader si sono preoccupati di questioni come le forniture di gas naturale e il loro effetto sulla produzione industriale. A parte questo, i dati sul sentiment non sono stati positivi, mentre i PMI, maggiormente informativi, continuano a reggere bene in territorio di crescita. Con il PMI composito ben al di sopra di 55 (50 indica una performance piatta), pare difficile che possa esserci una recessione.

Il cambio di retorica della BCE, ora più hawkish, non ha ancora aiutato la moneta comune, ma pensiamo che sia solo una questione di tempo prima che accada. Con una serie di interventi e i verbali della riunione di aprile in uscita questa settimana, potrebbe esserci spazio per un recupero dell’euro.

USD

I dati economici di seconda fascia provenienti dagli Stati Uniti la scorsa settimana non hanno modificato significativamente il quadro di un’economia in piena occupazione, alle prese con i problemi dal lato dell’offerta, ma in continua crescita. I dati sulla produzione e sulle vendite al dettaglio di questa settimana forniranno le ultime indicazioni sulla condizione dell’economia statunitense, anche se è improbabile che portino delle novità.

L’attenzione degli investitori rimarrà sui movimenti dei mercati obbligazionari e azionari. Riteniamo che la corsa verso asset rifugio sia esagerata e che basti una stabilizzazione dei mercati azionari affinché il dollaro USA perda alcuni dei suoi recenti guadagni.

GBP

I dati sul PIL del primo trimestre della scorsa settimana sono stati più deboli del previsto, anche se alcune componenti (forti investimenti, consumi pubblici e privati) sono uscite più alte del previsto. Questa settimana i dati sull’inflazione dovrebbero uscire ad un nuovo massimo multidecennale, probabilmente al di sopra del 9% e l’indice core dovrebbe superare il 6%.

La sterlina sembra essersi stabilizzata di recente, almeno rispetto alle altre valute europee. Tuttavia, è difficile vedere una ripresa significativa nei confronti del dollaro USA fino a quando la Banca d’Inghilterra non cambierà la sua retorica verso toni più aggressivi. Questa settimana interverranno almeno 6 membri del comitato di politica monetaria e, nonostante sia forse ancora presto, potrebbe essere una buona opportunità per un cambiamento dei toni.

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