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La Fed sempre più accomodante spinge i mercati azionari e affossa il dollaro

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1 September 2020

scritto da
Enrique Díaz-Álvarez

Chief Financial Risk Officer di Ebury

La scorsa settimana si è chiuso un mese di agosto insolitamente frenetico nei mercati finanziari. Un massiccio allentamento da parte delle banche centrali mondiali e un cauto ottimismo sul vaccino COVID hanno portato il più grande rally di agosto sul mercato azionario statunitense degli ultimi decenni, ma è stato inequivocabilmente negativo per le valute “safe haven” e più significativamente, il dollaro USA.

L
a Federal Reserve non ha fatto alcun favore al biglietto verde annunciando un cambiamento decisamente accomodante nella sua politica monetaria, promettendo che ora tollererà periodi di inflazione al di sopra dell’obiettivo, per compensare il tempo in cui l’inflazione rimane al di sotto dell’obiettivo del 2%.

La svendita del dollaro è stata particolarmente forte nei confronti delle valute con esposizioni significative alle materie prime, poiché si prevede che il settore trarrà vantaggio dalla maggiore tolleranza della Fed alle pressioni inflazionistiche. L’unica eccezione è stata il real brasiliano, che continua a subire pressioni per la situazione fiscale e per la scarsa risposta del paese alla pandemia.

Gli investitori al rientro dalle vacanze avranno una serie di notizie macroeconomiche questa settimana. Gli indici PMI dell’Eurozona sull’attività degli economica e sull’inflazione per il mese di agosto pubblicati da martedì a giovedì prepareranno il terreno per il critico rapporto sull’occupazione di agosto per gli Stati Uniti in uscita venerdì.

EUR

Il rally dell’euro nei confronti del dollaro ha ricevuto un nuovo impulso dall’annuncio della Federal Reserve di una politica di “targeting flessibile” che sarà più tollerante nei confronti di un’inflazione al di sopra del suo obiettivo in futuro. Sebbene a lungo termine restiamo positivi in merito alla valuta comune, la velocità dell’ultimo movimento, il posizionamento contro il dollaro degli investitori, le recenti notizie economiche contrastanti e sulla pandemia provenienti dall’Eurozona, potrebbero renderla vulnerabile a ritracciamenti nel breve termine.

Il rapporto sull’inflazione di agosto in uscita questa settimana è insolitamente difficile da prevedere e una sorpresa in qualsiasi direzione potrebbe rappresentare un catalizzatore per un brusco movimento di mercato.

USD

Il cambiamento epocale nella gestione dell’inflazione annunciato la scorsa settimana dalla Federal Reserve accresce la nostra fiducia nella visione ribassista a lungo termine del dollaro. La Fed ha dichiarato che tollererà dati sull’inflazione superiori al 2% in modo da mantenere la media intorno all’obiettivo. Questo significa, per il medio termine, che la soglia per eventuali futuri aumenti dei tassi di interesse è persino più alta di quanto aveva previsto il mercato. Un’inflazione più elevata non sarà più sufficiente a garantirli. I mercati finanziari hanno reagito come ci si aspetterebbe, facendo salire i prezzi delle materie prime e delle azioni mentre le obbligazioni a lungo termine e il dollaro USA sono stati venduti.

Per il breve termine, riteniamo che la resistenza a ulteriori vendite del dollaro stia aumentando dopo il recente trend ribassista. Dati positivi sul mercato del lavoro di venerdì potrebbero fornire un catalizzatore per un rally a breve termine del dollaro.

GBP

La sterlina è stata una delle valute che ha beneficiato maggiormente della propensione al rischio del mercato e che quest’estate ha sovraperformato su tutte le valute G10 non legate alle materie prime, raggiungendo un massimo di due anni contro il dollaro.

In tal modo, ha superato la mancanza di progressi visibili nei negoziati Brexit e alcuni dati economici contrastanti. È improbabile che questa settimana ci siano nuove notizie sulla pandemia o sui negoziati Brexit. Dato che il dollaro si è indebolito molto e che la sterlina si è rafforzata nelle ultime settimane, ci sono buone possibilità che si verifichi un temporaneo cambio di tendenza, nel caso escano deludenti notizie sull’economia o sui negoziati Brexit.

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