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La Fed accomodante fa vacillare il dollaro

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24 June 2019

scritto da
Enrique Díaz-Álvarez

Chief Risk Officer at Ebury. Committed to mitigating FX risk through tailored strategies, detailed market insight, and FXFC forecasting for Bloomberg.

I toni utilizzati dai membri della FED durante l’incontro di giugno sono stati accomodanti proprio come si aspettava il mercato.

L
a Fed ha confermato che ci saranno dei tagli dei tassi, l’unica domanda che rimane è sul loro numero e la loro velocità. Il mercato attuale non potrebbe essere più ribassista verso il dollaro di quanto non sia adesso. Il consenso politico negli Usa si aspetta un livello dei tassi più basso, un deficit più alto e un dollaro più debole. Inoltre, non c’è alcun segnale che faccia pensare all’inizio di una recessione globale. Questa combinazione di fattori dovrebbe essere negativa per il dollaro e positiva in particolare per le valute dei paesi emergenti. Le performance della settimana lo confermano: il dollaro ha perso terreno contro ogni maggior valuta e le perdite più severe sono state contro le valute dei paesi emergenti.

Sono due gli eventi principali di questa settimana su cui focalizzarsi. Martedì parlerà il presidente della Fed Powell, mentre venerdì avremo il dato sull’inflazione flash di giugno per l’eurozona. Data la sempre maggiore importanza data dalle banche centrali alla mancanza di inflazione per giustificare i loro toni accomodanti, ogni report sull’inflazione deve essere attentamente monitorato.

EUR

Lunedì scorso il tono molto accomodante del presidente della BCE Draghi alla conferenza sulla politica monetaria di Sintra ha temporaneamente indebolito l’euro, tuttavia, mercoledì la riunione del FOMC ha portato la moneta comune a reagire contro il dollaro, con il mercato che sta già scontando vari tagli ai tassi da parte della Fed ed il restringimento del differenziale tra i tassi d’interesse. Gli indici PMI sono leggermente migliorati, confermando la nostra opinione che una recessione nell’Eurozona è poco probabile e che vi è ancora ampio spazio per la creazione di posti di lavoro e per un aumento del consumo interno nella maggior parte delle principali economie.

USD

La Federal Reserve ha lasciato pochi dubbi sul fatto che ci sarà un taglio dei tassi nella riunione di luglio. I toni sono stati accomodanti e per questo motivo il mercato sta scontando un ciclo di quattro tagli dello 0.25%.
Noi pensiamo che queste aspettative siano esagerate, e che si sia creato un significativo gap tra il mercato e i dot-plot. Tuttavia ci sono pochi dubbi sul fatto che il mix di politica e politica monetaria non possa che favorire un ribasso del dollaro. Le prospettive sono indirizzate verso tassi più bassi, deficit più elevato e un dollaro più debole ad ogni costo. Riteniamo che questo confermi in modo significativo le nostre previsioni per un apprezzamento delle valute europee e, in particolare, ulteriori rally delle valute dei mercati emergenti durante tutto il 2019.

GBP

La scorsa settimana, la Bank of England ha dichiarato che stanno aumentando i timori per un’uscita dall’Unione Europea senza accordo. Mentre lo scenario principale resta quello di un raggiungimento di un deal, che renderebbe opportuna una graduale riduzione degli stimoli monetari, la BoE ha reso chiaro che ci potranno essere dei tagli dei tassi in caso di mancato accordo. La reazione della sterlina è stata debole, sebbene verso il fine settimana sia stata anch’essa coinvolta nel generale apprezzamento nei confronti del dollaro. La prossima settimana sarà molto tranquilla per quanto riguarda i dati in uscita, il principale driver per la sterlina saranno eventuali dichiarazioni di Boris Johnson, che molto probabilmente sarà il prossimo primo ministro.

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