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Il ritorno della propensione rischio rallenta il rally del dollaro

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28 June 2021

scritto da
Enrique Díaz-Álvarez

Chief Financial Risk Officer di Ebury

I mercati finanziari di tutto il mondo hanno guadagnato terreno la scorsa settimana, con l’azionario statunitense di nuovo ai massimi e i prezzi delle materie prime che sono rimbalzati dopo le pesanti vendite seguite alle dichiarazioni della Fed.

L
e valute si stanno comportando come prima della riunione della Fed. Il dollaro ha ripreso il suo trend al ribasso, le valute rifugio, come lo yen giapponese e il franco svizzero, hanno sofferto e le valute legate alle materie prime hanno sovraperformato, in particolare quelle latinoamericane.

Dalle comunicazioni successive al meeting di giugno, sembrano convinti che la Federal Reserve abbia ritrattato, almeno in parte, i suoi toni restrittivi. Noi siamo d’accordo, basandoci sul fatto che sarà molto difficile passare dalle parole ai fatti, soprattutto a causa delle forti resistenze politiche nell’abbandonare gli stimoli monetari.

Questa settimana l’attenzione torna sugli indicatori macroeconomici, in particolare l’inflazione flash di giugno nell’Eurozona giovedì e il report sull’occupazione negli Stati Uniti venerdì.

GBP

Gli indici PMI sono usciti leggermente sotto le aspettative, anche se restano a livelli molto alti ed indicano un’attività economica in crescita nella maggior parte dei settori.

Da parte sua, la Banca d’Inghilterra ha essenzialmente rimandato a settembre qualsiasi discussione sulle misure restrittive. È comprensibile, dato che per allora il quadro sulla transitorietà delle pressioni inflazionistiche sarà più chiaro. Con queste importanti notizie macroeconomiche e politiche alle spalle, il calendario per il Regno Unito sembra scarno e la sterlina dovrebbe essere influenzata per lo più da eventi esterni.

EUR

Contrariamente al Regno Unito, i PMI dell’Eurozona sono usciti meglio del previsto, e hanno raggiunto i massimi da 15 anni, grazie alla domanda repressa che si è finalmente liberata con la fine delle restrizioni. Sembra sempre più probabile un rimbalzo più forte e veloce del previsto, sulla scia dell’esperienza statunitense.

I dati sull’inflazione hanno assunto ovunque sempre più importanza, e l’inflazione flash di giugno nell’Eurozona non farà eccezione. Ci aspettiamo un’altra sorpresa al rialzo, che potrebbe sostenere il rimbalzo dell’euro dai suoi minimi post-Fed.

USD

La serie di discorsi dei funzionari della Federal Reserve la scorsa settimana ha definito meglio il messaggio apparentemente restrittivo emerso dalla riunione di giugno. Sembra che ci sia una divisione interna riguardo la posizione del presidente Powell secondo cui l’inflazione tornerà a scendere senza bisogno di interventi. È probabile che questo rimanga un esercizio retorico per ora, dato che anche i membri più interventisti non prevedono rialzi fino alla fine del 2022.

Ci aspettiamo che nelle prossime settimane persistano prezzi più alti e pressioni inflazionistiche, generando una condizione particolarmente favorevole alle valute dei mercati emergenti.

Il report sul mercato del lavoro di venerdì ci fornirà maggiore dettaglio sulla situazione di tensione tra la domanda e l’offerta, con quest’ultima che sta faticando a tornare ai livelli pre-pandemici soprattutto nel settore dei servizi. Riteniamo che ci sarà una significativa creazione di posti di lavoro, un altro calo della disoccupazione e probabilmente un aumento dei salari più forte del previsto.

 

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