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Il dollaro rallenta mentre la volatilità sui mercati resta alta

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3 October 2022

scritto da
Enrique Díaz-Álvarez

Chief Financial Risk Officer di Ebury

La scorsa settimana è stata un’altra decisamente movimentata per il mercato valutario, molte valute hanno raggiunto nuovi minimi e la volatilità ha toccato i massimi da diversi anni.

I
l continuo rafforzamento del dollaro USA, che mercoledì ha toccato il nuovo massimo da due decenni, si è interrotto nella seconda metà della settimana. Un’altra sorpresa al rialzo del dato sull’inflazione dell’area euro ha sostenuto la valuta comune, con gli investitori che ormai ritengono quasi certo un rialzo di 75 punti base da parte della Banca centrale europea nella riunione di ottobre. Anche la sterlina, dopo aver toccato il minimo storico lo scorso lunedì sulle tensioni per l’annuncio del taglio delle tasse del governo, si è ripresa grazie all’intervento della Banca d’Inghilterra sui titoli di stato a lunga scadenza.

Anche la maggior parte delle valute dei mercati emergenti ha recuperato terreno rispetto al dollaro nella seconda metà della settimana, guidata dallo yuan cinese, che è rimbalzato dai minimi storici a seguito dell’intervento della Banca popolare cinese. La volatilità su alcune valute G10 e su quelle dei mercati emergenti ha toccato i massimi da diversi anni la scorsa settimana. La volatilità implicita a 6 mesi su euro e sterlina è salita, rispettivamente, ai massimi da 10 e 13 anni.

Questa sarà un’altra settimana intensa per gli investitori. L’attenzione si focalizzerà su una serie di importanti pubblicazioni di dati macroeconomici, in particolare i PMI delle economie del G3 (lunedì e mercoledì) e, naturalmente, i Non Farm Payrolls (venerdì). Nel frattempo, l’attenzione nel Regno Unito rimarrà concentrata sulle notizie in merito al piano fiscale. L’annuncio questa mattina del cancelliere britannico Kwarteng secondo cui il governo avrebbe annullato i suoi piani per rimuovere l’aliquota fiscale di 45 punti ha sostenuto la sterlina, anche se riteniamo improbabile che abbia un impatto duraturo sulla valuta.

EUR

Un altro dato sopra le attese per l’inflazione dell’Eurozona, uscita a doppia cifra per la prima volta in settembre, ha supportato la valuta comune la scorsa settimana. A differenza degli Stati Uniti, dobbiamo ancora vedere segnali di un picco dell’inflazione in Europa. Ciò conferma la nostra opinione secondo cui la Banca centrale europea rimane ancora dietro la curva nel suo ciclo di rialzo dei tassi di interesse e probabilmente dovrà mantenere una politica monetaria più restrittiva nel 2023 rispetto alla sua controparte statunitense, e questo potrebbe supportare l’euro nel medio termine.

Nel frattempo, le aspettative per la prossima riunione della BCE alla fine di questo mese saranno fondamentali per la valuta comune. I mercati stanno ora valutando un aumento dei tassi di 75 pb, e non escludono un rialzo di 100 punti se i dati economici dovessero superare le attese.

USD

I dati macroeconomici dagli Stati Uniti hanno rafforzato il dollaro la scorsa settimana, con il forte calo delle richieste di sussidi di disoccupazione e aumenti maggiori del previsto nelle vendite di nuove case e nella spesa personale. Il Dollar Index, tuttavia, ha ritracciato dai massimi degli ultimi 20 anni dopo il ritorno della propensione al rischio e probabilmente da prese di profitto e ribilanciamento dei portafogli di fine mese.

Il report sui Non Farm Payrolls di questo venerdì sarà il momento più atteso della settimana negli Stati Uniti, con i mercati che si preparano ad un altro dato con aumento dei posti di lavoro e crescita dei salari. All’inizio della settimana parleranno alcuni membri della Fed (Williams, George, Barkin e altri). Presteremo particolare attenzione alle loro parole in merito al recente allentamento dei dati sull’inflazione negli Stati Uniti e sulle possibili entità del prossimo aumento dei tassi alla riunione del FOMC di novembre.

GBP

La scorsa settimana, la sterlina si è mossa come la valuta di un mercato emergente, con violenti movimenti a seguito del piano fiscale del governo. La sterlina ha però concluso la settimana con la migliore performance tra le valute del G10, dopo l’ottimismo degli investitori a seguito dell’intervento sul mercato obbligazionario della Bank of England, che utilizzerà le riserve valutarie per acquistare illimitatamente titoli di stato fino alla fine di ottobre.

Resta da capire se questo intervento porrà una soglia sotto la sterlina o fornisca semplicemente un supporto nel breve termine. La BoE ha già detto che è improbabile un aumento di emergenza dei tassi e, a nostro avviso, l’intervento diretto sul mercato valutario è fuori discussione, date le riserve valutarie insufficienti del Regno Unito (meno di 2 mesi di importazioni). L’inversione di marcia del governo sull’aliquota fiscale di 45 punti è un segnale positivo per i mercati del Regno Unito. Vorremmo, tuttavia, chiarire che la sterlina potrebbe non essere ancora fuori pericolo, dato che la modifica proposta questa mattina rappresenta solo il 4% del costo totale dei tagli alle tasse nei prossimi due anni.

 

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