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Il dollaro crolla dopo l’inversione di rotta della BCE

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7 February 2022

scritto da
Enrique Díaz-Álvarez

Chief Financial Risk Officer di Ebury

La nostra opinione sull’impossibilità da parte della BCE di attendere fino al 2023 per un rialzo dei tassi in un contesto con crescenti pressioni inflazionistiche è stata confermata la scorsa settimana.

I
l dato sull’inflazione di gennaio dell’Eurozona ha posto le basi per la svolta hawkish della Lagarde. Di conseguenza, abbiamo assistito ad un rally della valuta comune durante la conferenza stampa. Un modesto recupero del dollaro il giorno successivo ha cancellato alcune delle perdite del biglietto verde sulla scorta di un solido rapporto del mercato del lavoro degli Stati Uniti, anche se il dollaro ha comunque concluso la settimana in fondo alla classifica tra le valute G10. L’euro, invece, si è apprezzato contro tutte le principali valute ad eccezione della corona svedese.

Gli investitori continueranno a concentrarsi sugli annunci delle banche centrali e sull’inflazione, fattori che domineranno i mercati valutari nel prossimo futuro. Questa settimana, tutti gli occhi sono puntati sull’inflazione statunitense di gennaio in uscita giovedì, con gli investitori che si aspettano l’ennesimo aumento ai massimi pluridecennali. Si guarderà con attenzione anche agli interventi di diversi membri della BCE, che potrebbero fornire ulteriore supporto al rally dell’euro dopo il cambio di rotta della scorsa settimana.

EUR

L’Eurozona ha vissuto una delle settimane più importanti da molti mesi. La settimana è iniziata con una massiccia sorpresa al rialzo dell’inflazione e si è conclusa con un’inversione di rotta sull’argomento da parte della presidente Lagarde nell’ultima riunione della BCE. Non solo gli acquisti di asset devono essere conclusi prima del previsto, ma Lagarde ha anche abbandonato completamente la sua idea di attendere fino al 2023 prima di aumentare i tassi.

Il Consiglio è ora “all’unanimità” preoccupato per l’inflazione e vede “rischi in aumento” nel suo percorso futuro. Sebbene i rendimenti obbligazionari dei paesi dell’area euro abbiano risposto con un importante movimento al rialzo, riteniamo che ci sia ancora spazio di crescita. Pensiamo, infatti, che la BCE non possa aspettare fino a settembre per un rialzo dei tassi e ci aspettiamo quindi che l’euro rimanga sostenuto durante la fase di adattamento dei mercati all’inversione di tendenza della politica monetaria della BCE.

USD

In modo insolito per una settimana in cui viene pubblicato il report sul mercato del lavoro, il dollaro è stato mosso principalmente da notizie giunte dall’altra parte dell’Atlantico. Il report sul mercato del lavoro statunitense è apparso molto forte nonostante le distorsioni legate alla diffusione della variante Omicron. I posti di lavoro sono aumentati, i dati dei mesi precedenti sono stati rivisti al rialzo e i salari sono in crescita, anche se non abbastanza per tenere il passo con l’inflazione.

È chiaro che gli Stati Uniti sono essenzialmente in piena occupazione e gli aumenti dei tassi di interesse sono l’unico strumento disponibile per la Federal Reserve per cercare di mantenere sotto controllo l’inflazione. Vale la pena ricordare però che le reazioni alla politica monetaria avvengono con tempi “lunghi e variabili”, e quindi riteniamo che l’impatto dei rialzi dei tassi abbia bisogno ancora di molto tempo prima di riflettersi sui prezzi.

GBP

Sebbene sia stata messa in secondo piano dalla BCE, anche la Bank of England ha sorpreso i mercati con un approccio più restrittivo del previsto. Come da attese i tassi sono stati aumentati di 25 punti base, ma una larga minoranza ha votato per un aumento di 50 punti base per la prima volta dal 2004, perdendo il voto solo 5-4.

La sterlina si è rafforzata rispetto al dollaro USA, ma ha avuto difficoltà a resistere alla svolta restrittiva della BCE e al massiccio rally dell’euro. L’attenzione verso la politica monetaria della banca centrale continuerà questa settimana, con i discorsi del capo economista Pill (mercoledì) e del governatore Bailey (giovedì). Nel complesso, le prospettive di ulteriori rialzi e una valutazione ancora a buon mercato fanno ben sperare per la sterlina nel 2022.

 

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