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I toni hawkish della FED rafforzano il dollaro

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31 January 2022

scritto da
Enrique Díaz-Álvarez

Chief Financial Risk Officer di Ebury

La scorsa settimana la Federal Reserve ha fatto chiaramente intendere che con un’economia in piena occupazione la preoccupazione principale è l’inflazione e la priorità è diminuirla.

N
ei mercati valutari sono tornate le vecchie correlazioni, con il dollaro che si è rafforzato contro tutte le valute G10 e la maggior parte di quelle dei mercati emergenti. I mercati azionari sono scesi, il credit spread si è allargato e i rendimenti obbligazionari sono aumentati. Tuttavia, il vincitore della settimana è stato il real brasiliano, che pur partendo da livelli storicamente bassi continua ad apprezzarsi grazie ai tassi di interesse elevati.

Anche questa settimana i riflettori saranno puntati sulle banche centrali. La BCE e la Banca d’Inghilterra si riuniscono giovedì. Quest’ultima dovrebbe aumentare di nuovo i tassi portandoli allo 0,5%, mentre i mercati cercheranno qualche accenno a un cambiamento nella retorica accomodante della Lagarde o a una marcia indietro sulla promessa di non aumentare i tassi prima del 2023.

L’inflazione di gennaio dell’Eurozona mercoledì e il rapporto sul mercato del lavoro statunitense di venerdì concluderanno una settimana molto ricca di eventi.

EUR

La BCE rimane l’unica banca centrale tra le G10 a mantenere una politica monetaria accomodante. Questa posizione sarà nuovamente messa sotto esame durante la riunione della BCE di giovedì.

I trader analizzeranno i commenti della presidente Lagarde alla ricerca di qualche indizio sul fatto che la continua crescita dell’inflazione nell’Eurozona stia determinando un cambiamento di prospettiva all’interno del consiglio. L’incontro sarà preceduto dal rilascio dell’inflazione flash di gennaio. Ci aspettiamo un dato in leggero calo dai livelli precedenti poiché dal confronto annuale verrà eliminata la variabile dell’aumento dell’IVA effettuato in Germania nel 2020. In ogni caso la tendenza al rialzo rimarrà intatta e i numeri saranno ancora molto al di sopra delle proiezioni della stessa BCE.

USD

La scorsa settimana la Federal Reserve ha spiegato molto chiaramente i motivi alla base della decisa stretta monetaria: economia in piena occupazione, forte domanda e pressioni inflazionistiche in aumento. Ancora più rilevante è stata l’apertura ad una stretta ancora più aggressiva di quanto il mercato stia attualmente valutando nel caso in cui i prossimi dati in uscita lo rendessero necessario.

Questa settimana l’attenzione si concentrerà sul report del mercato del lavoro di venerdì. Pensiamo che le interruzioni legate al diffondersi della variante Omicron possano portare alla pubblicazione di dati deboli. Riteniamo comunque che sia i mercati che la Fed guarderanno oltre i numeri di venerdì e aspetteranno i dati post-Omicron di febbraio.

GBP

La sterlina la scorsa settimana ha resistito abbastanza bene nei confronti del dollaro, poiché continua ad essere sostenuta dalla politica monetaria relativamente aggressiva della propria banca centrale.

I mercati si aspettano che i tassi verranno aumentati dell’1% quest’anno e prevediamo di vedere il primo aumento dello 0,25% proprio nella riunione della Banca d’Inghilterra di giovedì. Il focus questa settimana sarà anche sulle possibili ricadute del “Party gate” su Boris Johnson, ma prevediamo comunque che anche un’eventuale sostituzione del primo ministro possa avere scarso impatto sul mercato dei cambi.

 

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