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Ebury Reports: Preview Sulle Elezioni Presidenziali USA 2020

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14 October 2020

scritto da
Jesús Elvira

Le elezioni presidenziali di novembre sono l’evento più atteso sui mercati valutari da qui a fine anno.

C
Che effetti avranno le elezioni presidenziali USA sul mercato FX?

A differenza del 2016, le elezioni di quest’anno sono finora rimaste in secondo piano sulle testate globali, poiché le nazioni di tutto il mondo sono devastate dalla pandemia COVID-19. Proprio come prima delle ultime elezioni, Donald Trump è in svantaggio nei sondaggi, anche se questa volta il distacco è notevolmente maggiore rispetto a quattro anni fa. Il democratico Joe Biden ora detiene un vantaggio di circa 10 punti su Trump (52% a 42%), in aumento rispetto ai soli 3 punti che aveva ad aprile all’inizio della pandemia (Figura 1).

Figura 1: Sondaggi elettorali USA 2020 (Marzo ‘20 – Ottobre ‘20)

Source: Refinitiv Datastream Date: 13/10/2020

FiveThirtyEight, un sito web di sondaggi d’opinione statunitense che genera probabilità sull’esito delle elezioni sulla base di un voto simulato, ora mostra una probabilità implicita di vittoria dell’86% per Joe Biden. Il chiaro vantaggio di Joe Biden viene confermato anche dalle quote dei bookmakers e dal sito di previsioni politiche PredictIt (Figura 2), che danno entrambi la vittoria democratica al 70%.

Figure 2: Probabilità di vittoria alle elezioni USA [PredictIt] (Aprile ‘20 – Ott ‘20)

Source: PredictIt/Bloomberg Date: 13/10/2020

Prima del dibattito televisivo del 29 settembre, c’era l’aspettativa generale che Trump avrebbe sfruttato l’opportunità per colmare il divario nei sondaggi, come è spesso accaduto durante i primi dibattiti presidenziali in passato. Invece, il dibattito si è trasformato in uno scambio di offese piuttosto sconveniente, segnato da continue interruzioni e insulti, nel quale il sentimento per Trump è diminuito in modo significativo.

La situazione è stata ulteriormente complicata dalla notizia della positività al COVID di Trump il 1 ° ottobre e dal conseguente ricovero in ospedale. Anche se sembra essersi ripreso completamente, la sua imprudenza e le conseguenti assenze in campagna elettorale sembrano aver intaccato le sue possibilità di rielezione, tanto che i bookmakers hanno reagito alla notizia riducendo le quote per la vittoria di Biden.

Nonostante Trump sia indietro nei sondaggi, vale la pena ricordare che anche i sondaggi prima delle elezioni del 2016 lo davano fortemente sfavorito nei mesi precedenti al voto. Anche se Biden dovesse raccogliere il maggior numero di voti, la sua vittoria non sarà garantita, dato il funzionamento dei Collegi Elettorali negli USA. Hillary Clinton è stata la quinta persona candidata a vincere il voto popolare, ma a perdere le elezioni, anche se solo la seconda dal 1888.

Come funziona il sistema di voto con i collegi elettorali?

Il Presidente degli Stati Uniti non viene eletto direttamente dal popolo, ma invece viene eletto tramite il sistema dei Collegi Elettorali, dove 538 Grandi Elettori esprimono il loro voto.

Ad ogni Stato degli USA viene assegnato un diverso numero di Elettori, in base alla popolazione dello Stato stesso. Lo Stato più popoloso, la California, ha il maggior numero di Elettori (55) e nessuno Stato ne ha meno di 3. Il candidato Presidente che ottiene il maggior numero di voti in ciascuno Stato ottiene tutti gli Elettori dello Stato stesso. Il vincitore deve ottenere almeno 270 Elettori per essere eletto. Un problema di questo sistema è che i cittadini non statunitensi che non possono votare vengono tenuti in considerazione quando vengono assegnati i Grandi Elettori agli Stati. Mentre il sistema ha favorito in passato gli Stati Democratici come la California e New York, il peso eccessivo di alcuni Stati rurali e un’immigrazione più omogenea hanno mitigato questo fattore.

Gli americani saranno anche chiamati a votare per il Congresso il prossimo mese. Tutti i 435 deputati della Camera e 35 senatori su 100 saranno rieletti. Nonostante i Democratici abbiano un’alta probabilità di mantenere il controllo della Camera, il Senato che attualmente è controllato dai Repubblicani sarà in bilico.

 

Quali saranno gli Stati chiave quest’anno?

I campi di battaglia nelle elezioni, dove la campagna sarà vinta o persa, saranno gli Stati chiave. Questi Stati hanno un’influenza sproporzionata sul risultato finale, rispetto sia ai capisaldi Democratici (generalmente gli Stati costieri più densamente popolati) sia alle roccaforti Repubblicane (il sud rurale e gli Stati centrali).

Basandoci sugli ultimi sondaggi politici e sul numero di Grandi Elettori per ogni Stato, gli Stati chiave quest’anno saranno probabilmente Florida (29 Voti), Ohio (18), North Carolina (15) e Arizona (11). Pennsylvania (20), Michigan (16) e Wisconsin (10) saranno monitorati attentamente durante la notte delle elezioni, anche se Biden sembra avere un discreto vantaggio in questi tre Stati, stando ai sondaggi più recenti.

Figura 3: Mappa del Voto in USA per le elezioni 2020*

Source: Ebury Date: 13/10/2020 *basato su PredictIt.org

L’impatto della pandemia di Covid potrebbe essere determinante negli stati incerti. La Florida (34 casi per 1,000 abitanti rispetto ai 24 della media nazionale) e l’Arizona (31 casi per 1,000 abitanti) sono stati particolarmente colpiti dalla pandemia (Figura 4). La gestione della pandemia da parte di Trump è stata duramente criticata e questo potrebbe favorire Biden. Negli Stati Uniti si sono registrati circa il 20% dei morti per Covid a livello mondiale, nonostante rappresentino solo il 4% della popolazione mondiale.

La mancanza di politiche a tutela del lavoro ha portato ad un rapido incremento della disoccupazione negli Stati Uniti rispetto agli altri stati sviluppati, fatto che potrebbe ulteriormente indebolire la posizione del presidente. I primi sussidi hanno alleviato la crisi economica ed ulteriori aiuti potrebbero arrivare prima delle elezioni, ma sembra che l’opinione pubblica possa attribuire l’eventuale esito positivo agli sforzi bipartisan piuttosto che al presidente.

Figura 4: Nuovi casi COVID-19 per milione di abitanti (Mar 20 – Ott 20)

Source: Refinitiv Datastream Date: 13/10/2020

Biden è in vantaggio in sei dei sette stati enunciati prima, anche se in tre di questi ha un vantaggio del 3.3% o inferiore. Come abbiamo visto nelle ultime elezioni, i sondaggi stato per stato sono comunque spesso poco precisi nel fornire dei risultati e potrebbero cambiare velocemente nelle settimane precedenti il voto.

 

Come hanno reagito i mercati finanziari?

In generale, i mercati finanziari hanno preso in considerazione l’incertezza politica. Anche se non c’è stata una grande reazione dopo gli ultimi sondaggi e a seguito del dibattito televisivo, il recente aumento del vantaggio di Biden ha pesato sul dollaro e supportato gli asset rischiosi, incluso l’euro (Figura 5). Questo è un po’ in contrasto con quanto accaduto quattro anni fa. L’EUR/USD ha oscillato in un intervallo ristretto nelle settimane precedenti al voto in previsione di una schiacciante vittoria della Clinton, per poi muoversi rapidamente quando i primi exit poll rivelarono il risultato opposto.

Figura 5: EUR/USD (Ottobre ‘19 – Ottobre ‘20)

Source: Refinitiv Datastream Date: 13/10/2020

Ci aspettiamo di vedere un aumento della volatilità nelle prossime settimane con l’avvicinarsi del voto, in particolare se i sondaggi negli stati in bilico dovessero rimanere incerti. Per quanto riguarda invece la reazione sul mercato, riteniamo che una vittoria di Biden potrebbe rafforzare gli asset rischiosi, mentre una vittoria di Trump supporterebbe gli asset sicuri, come il dollaro. Anche se non sembra esserci consenso su quale sarà l’amministrazione più adatta per risollevare l’economia americana, è importante ricordare che sarà necessario avere il pieno controllo del Congresso affinché entrambi i candidati possano portare a termine il loro programma.

L’alta probabilità che i Democratici mantengano il controllo almeno della Camera implica che, dei due, Biden avrebbe minori problemi a far passare un più ampio pacchetto di stimoli fiscali. Biden ha in programma l’implementazione di una politica fiscale espansiva, finanziata in parte dall’aumento delle tasse sulle aziende, mentre Trump manterrebbe lo status quo, evitando un rialzo delle tasse ma rischiando una maggiore incertezza commerciale.
Di seguito delineiamo le possibili politiche economiche negli scenari più probabili, la probabilità che assegniamo a ciascuno di essi e la reazione attesa sul mercato valutario.

* non considera la possibilità remota che sia la Camera che il Senato cambino mano e neanche la possibilità che Trump vinca e i Democratici si aggiudichino entrambe le camere.

Cosa implicherebbe sui mercati valutari un voto contestato?

Secondo la nostra visione, il maggior rischio a cui vanno incontro i mercati non è chi verrà eletto presidente, ma se vedremo delle elezioni contestate. Un’ulteriore complicazione rispetto alle ultime elezioni risiede nel fatto che, a causa della pandemia COVID-19, molti voti verranno espressi tramite posta. Secondo un recente sondaggio del Pew Research Center, circa il 40% dei partecipanti ha dichiarato che voteranno per posta, rispetto al 20% nel 2016. Questo aumento nel voto per posta incrementa le probabilità che il risultato delle elezioni non sarà immediato, secondo noi, soprattutto in quegli Stati chiave dove i margini saranno molto stretti.

Il Presidente Trump è stato chiaro nel disapprovare il voto per posta, opponendosi di recente a nuovi finanziamenti ai servizi postali e dichiarando che i voti per posta presentano spesso problematiche riguardo possibili frodi. Questo perché la maggior parte dei voti per posta ci si aspetta saranno per i Democratici. Dei 2.1 milioni di americani che hanno votato per posta nei sette Stati con voto anticipato, il 55% erano Democratici, il 24% Repubblicani e il 20% hanno dichiarato di non essere affiliati politicamente.

Riteniamo altamente probabile che Trump rifiuterà l’eventuale sconfitta e contesterà le elezioni. Ha già dichiarato ripetutamente che la Corte Suprema potrà essere coinvolta nella decisione sul vincitore. Questo, a nostro avviso, è una delle maggiori incertezze di queste elezioni. Un risultato contestato che porterà il processo a protrarsi ben oltre la notte delle elezioni sarà una preoccupazione per gli investitori e creerà un periodo molto incerto sui mercati valutari. Il recente ampliamento del gap tra i due candidati nei sondaggi riduce, tuttavia, questa eventualità.

In una situazione in cui il voto è contestato, pensiamo che il dollaro potrà apprezzarsi nel breve termine poiché gli investitori si riverseranno nelle valute rifugio vendendo attività a più alto rischio. Nel lungo termine un voto contestato, soprattutto se non risolto in modo rapido, peserebbe sul dollaro in quanto solleverebbe gravi preoccupazioni di natura istituzionale.

 

Cosa aspettarsi prima delle elezioni

Uno dei migliori indicatori dell’incertezza del mercato globale è lo yen giapponese, probabilmente la principale valuta rifugio del mondo. Come da Figura 6, la misura della volatilità implicita a un mese su USD/JPY è aumentata a trenta giorni dalle votazioni, suggerendo che il mercato è diffidente su un possibile brusco cambiamento nel risk sentiment dopo le elezioni. Tuttavia, grazie all’attuale vantaggio di Biden nei sondaggi, la misura non è salita oltre il picco di agosto.

Figura 6: USD/JPY volatilità implicita a 1 mese (July ‘20 – Oct ‘20)

Source: Refinitiv Date: 13/10/2020

In vista delle elezioni, prevediamo sia un aumento della volatilità del mercato sia un aumento dei livelli di avversione al rischio, poiché gli investitori restano diffidenti sia nei confronti di un voto contestato che di un risultato ritardato. Vediamo quindi spazio per rafforzamento nel breve termine delle valute rifugio prima delle elezioni, incluso il dollaro USA. Ci aspettiamo anche un indebolimento delle valute a più alto rischio, in particolare quelle dei mercati emergenti.

Gli americani si recheranno alle urne martedì 3 novembre, con i risultati dei singoli stati che dovrebbero iniziare a filtrare intorno alle 02:00 italiane.

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