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Il dollaro recupera terreno per l’assenza di progressi nei negoziati commerciali e per la debolezza dell’Eurozona

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11 February 2019

scritto da
Enrique Díaz-Álvarez

Chief Risk Officer at Ebury. Committed to mitigating FX risk through tailored strategies, detailed market insight, and FXFC forecasting for Bloomberg.

Il dollaro ha registrato un forte recupero la scorsa settimana contro le divise G10, seguito dallo yen e dal franco svizzero.

Le divise particolarmente esposte al ciclo economico come la corona svedese, il dollaro australiano e neozelandese hanno invece avuto delle performance deludenti. L’assenza di buone notizie dai negoziati commerciali tra Stati Uniti e Cina, così come l’uscita di dati deboli dai paesi europei, hanno contribuito a spaventare gli investitori e indirizzarli verso beni rifugio. Nel frattempo, sebbene ci si avvicini alla scadenza del termine, non si registrano progressi nei negoziati sulla Brexit, anche se la sterlina, tuttavia, non ha perso troppo terreno nei confronti dell’euro.

Questa settimana usciranno pochi dati di rilievo. L’attenzione rimarrà sugli sviluppi politici, con la ripresa dei negoziati commerciali tra Stati Uniti e Cina e il voto sugli emendamenti alla Brexit. Negli Stati Uniti, i dati sull’inflazione di mercoledì potranno fornire ai mercati ulteriori spunti per possibili rialzi dei tassi nel 2019.

EUR

La scorsa settimana sono usciti una serie di dati deboli nell’Eurozona, tra cui la produzione industriale tedesca e gli ordini industriali di dicembre. Dato che i rendimenti dei bond tedeschi a 10 anni sono tornati vicino allo zero, l’euro non è stato in grado di mantenere il livello di 1,1400 ed ha toccato i minimi del 2019 intorno ad 1,1300. Continuiamo a pensare che la recente debolezza sia solo temporanea e che l’effetto combinato di forti dati sul mercato del lavoro e di una politica monetaria estremamente accomodante escluda qualsiasi possibilità di una recessione nel breve termine. Tuttavia, presteremo molta attenzione ai dati dell’Eurozona.

USD

Il dollaro non è stato penalizzato dall’uscita di alcuni dati economici piuttosto deboli.
Sebbene non ci sia un unico fattore che abbia innescato il rally del dollaro, l’assenza di evoluzioni positive su Brexit e negoziati Cina-USA ha alimentato l’avversione al rischio ed il biglietto verde ne ha beneficiato.

Il tema principale di questa settimana, salvo una svolta nei negoziati commerciali con la Cina, sarà il dato sull’inflazione di gennaio in uscita mercoledì. Un dato oltre le aspettative dell’indice core potrebbe portare i mercati a rivedere le aspettative sulla politica monetaria della Fed nel 2019.

GBP

Nella riunione di giovedì scorso, la banca centrale inglese è stata piuttosto accomodante. L’incertezza che circonda la Brexit e la possibilità di un’uscita senza accordo continuano ad attrarre in modo preponderante l’attenzione dei mercati: l’assenza di notizie su questo fronte ha però mosso relativamente poco la sterlina contro l’euro.

Oggi è uscito il PIL del quarto trimestre ( 0.2%) e mercoledì uscirà l’inflazione, ma i maggiori movimenti sono attesi per giovedì, quando il Parlamento britannico voterà sugli emendamenti al negoziato Brexit.

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