Dati leggermente negativi dagli Stati Uniti indeboliscono il dollaro

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24 February 2025

scritto da
Enrique Díaz-Álvarez

Chief Financial Risk Officer di Ebury

Situazione valutaria G10 stabile con lo yen in ripresa, dati USA in rallentamento, attenzione puntata su inflazione americana e sviluppi politici in Europa.

L
e valute del G10 hanno scambiato in range ristretti la scorsa settimana, ad eccezione dello yen giapponese, che continua a recuperare il terreno perso lo scorso anno in seguito alle crescenti aspettative di una più rapida normalizzazione dei tassi in Giappone. Le notizie economiche statunitensi hanno assunto un tono più negativo, riducendo lievemente il gap tra l’economia americana e quella europea. Il PMI di febbraio, in particolare, è risultato più debole del previsto negli Stati Uniti e più o meno come previsto nell’Eurozona e nel Regno Unito. Come ripetiamo da mesi, gli attuali livelli del dollaro prezzano un’estrema divergenza economica insieme al rischio di dazi e sono soggetti a considerevoli correzioni nel caso in cui uno di questi fattori si riveli più debole del previsto.

Le preoccupazioni per i dazi sembrano essere passate in secondo piano per il momento, anche se la situazione può cambiare in qualsiasi momento. Questa settimana è povera di dati economici, con il dato sull’inflazione PCE di gennaio negli Stati Uniti in uscita venerdì. Nel corso della settimana sono previsti diversi comunicati delle principali banche centrali oltre ai verbali dell’ultima riunione della BCE, in uscita giovedì. In aggiunta alle usuali news sui dazi, le ripercussioni politiche dovute all’alterazione dello stato di sicurezza in Europa da parte di Trump e le elezioni tedesche saranno probabilmente altrettanto o più influenti dei dati economici.

EUR

Sebbene il PMI in Europa non abbia deluso le aspettative come negli Stati Uniti, il dato è risultato comunque deludente. L’indice composito si è attestato a 50,2, in calo rispetto a 50,5 e interrompendo una serie di miglioramenti per 4 mesi consecutivi. Resta comunque coerente con l’espansione economica, ma solo di poco. Nel frattempo, la moneta comune si è dimostrata resistente allo scossone sugli accordi di sicurezza dell’Europa provocato dall’apparente avvicinamento di Trump verso la Russia, ma questo aumenta le preoccupazioni a lungo termine.

Come sempre, la domanda chiave è quanto di tutto questo sia già prezzato dai mercati. Oltre ai verbali, martedì sarà fondamentale ascoltare le dichiarazioni del capo economista della BCE Schnable.

USD

Venerdì scorso gli Stati Uniti hanno registrato una serie di dati economici insolitamente negativi. Il sentiment delle imprese è calato bruscamente a febbraio, mentre le aspettative di inflazione a lungo termine dei consumatori sono salite ai massimi da 30 anni. Attenderemo la conferma di questa tendenza all’indebolimento nelle richieste settimanali di disoccupazione e nel dato sulle buste paga di febbraio tra due settimane, ma per il momento questi dati sono stati sufficienti a indebolire leggermente il dollaro, nonostante il significativo aumento dei rischi geopolitici.

Con poche notizie macroeconomiche o politiche a guidare i mercati valutari, presteremo particolare attenzione a qualsiasi sviluppo sui dazi o al chiarimento della posizione degli Stati Uniti rispetto alla sicurezza europea nella prossima settimana.

GBP

La scorsa settimana le notizie economiche dal Regno Unito hanno mostrato un tono decisamente positivo. L’occupazione e le vendite al dettaglio di gennaio hanno sorpreso in positivo. L’indice PMI dell’attività imprenditoriale ha rispettato più o meno le attese, ma è stato comunque coerente con una crescita modesta.

Anche l’ennesimo dato sull’inflazione superiore alle attese è servito a sostenere la sterlina, in quanto rende più difficile per la Banca d’Inghilterra giustificare i tagli dei tassi d’interesse. Inoltre, il Regno Unito rimane relativamente meno esposto ai dazi di Trump, in quanto presenta un disavanzo commerciale con gli Stati Uniti. Pertanto, vediamo la sterlina ben sostenuta per le prossime settimane.

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